Arabba: montagna incantata, ospitalità “fodoma”, piste e circuiti senza lasciar perdere… la tavola
La Ski Area di Arabba, parte del circuito Dolomiti Superski, offre oltre 60 chilometri di piste innevate e battute, strategicamente collegate tra loro da 29 impianti di risalita. Si trovano in una surreale calma, nonostante al centro di un comprensorio sciistico meraviglioso, invidia del mondo intero. Consentono di godere discese incredibilmente poco affollate.
Leonardo Grones racconta la piccola frazione di Livinallongo. Non lo fa da sindaco del paese di 300 abitanti che offre meno di 3mila posti letto, ma da appassionato. È orgoglioso di avere questa messe di impianti che permettono di sciare al di fuori della calca, in una situazione di privilegio. Tutte facilmente raggiungibili, a piedi, da ogni angolo del paese. Qui vogliono che la vacanza sia rigorosamente “stress free”. Siamo in Veneto, nella provincia di Belluno, ma all’interno della Ski Area dolomitica, un esempio di collaborazione fra regioni (qui c’è il triangolo Trentino, Alto Adige, Veneto).
La posizione particolarmente felice di Arabba permette di trovarsi in mezzo a una rete di piste pressoché infinita, ma, data la vastità dell’area sciabile, con un affollamento davvero minimo. Il resto lo fa l’enorme portata oraria degli impianti, modernissimi e, nonostante questo, costantemente rinnovati.
Non solo piste
Arabba, infatti, è inserita nel Dolomiti Superski che, con i suoi 1200 km di piste, è il più grande carosello sciistico al mondo, sullo sfondo di montagne immortali come il Sella e la Marmolada.
Oltre alle piste, Arabba offre anche tre Ski Tour di grande impatto. Il paese è punto di transito del Giro della Grande Guerra. Un anello di circa ottanta chilometri attorno al Col di Lana, un museo all’aria aperta del primo conflitto mondiale. Sciare tra postazioni, linee delle trincee, reperti di guerra, cammini di ronda e fortini, regala una giornata intensissima tra natura e storia. Ancora, permette di toccare con mano quanto i nostri Alpini da una parte e i soldati austro-ungarici dall’altra costruirono nel fronteggiarsi e resistere all’ambiente ostile senza i mezzi attuali. Ce lo racconta Manuel Roncat, presidente di Arabba Fodom Turismo.
Un’imperdibile lezione di vita, che prosegue con la salita dei 2478 metri di Porta Vescovo. Da qui si gode un panorama indimenticabile. Dietro la Marmolada, davanti le piste di Arabba e il massiccio del Sella. Partire dal “muro iniziale” offre adrenalina che si stempera alla biforcazione per le due rosse. Ornella e Salere, con la prima che scende lungo i Roccioni di Porta Vescovo con muri lunghi e divertenti, la seconda, a lambire la notissima nera “Fodoma” che s’inserisce nel percorso della Sellaronda, (o giro dei 4 passi), altra opportunità di sci totale, lo skitour più noto delle Dolomiti e tocca i Passi Sella, Campolongo, Pordoi e Gardena e le relative Valli (Alta Badia, Fassa e Gardena), aperto fino al 14 aprile 2020.
Raggiungere la Marmolada e l’offerta extra-sci
Da Porta Vescovo, non si può non raggiungere la Marmolada, con tre tronconi di funivia da dove si scende, con una vertiginosa discesa di 12 km, dalla cima di Punta Rocca (3.269 m) fino a Malga Ciapela (1.450 m). L’inverno di Arabba non si ferma qui e propone tutte le innovazioni dell’evoluzione delle discipline della neve. Il Funslope Arabba ne è esempio, mentre si incrementata anche l’offerta “extra-sci”. Si può declinare in divertenti possibilità di eseguire l’attività di arrampicata su ghiaccio con esperte guide alpine, spettacolari escursioni con le ciaspole ed emozionanti gite in motoslitta sul Circuito Troi.
L’ospitalità: del tutto valligiana
In un forte della Prima guerra mondiale, costruito nel 1897 a difesa dei confini dell’Impero Austro-Ungarico, versante austriaco, il Festungshotel ad Arabba ha preso il posto di questo maniero di guerra. L’hotel Al Forte, a Livinallongo, bar & restaurant censito 3 stelle superiore, ma ne meriterebbe di più, è affacciato sulle cime del Pordoi, della Marmolada, del Falzarego e del Gruppo Sella gestito dai proprietari Guido, Deborah (e il giovane Davide) Waillant. Si capisce, da quello che ci mettono in prima persona, quanto tengano a questo asset di famiglia. 25 camere, di cui cinque suite e junior suite con piccola Spa e ristorante, dove gli ospiti trovano esattamente ciò per cui sono venuti. Angoli davvero unspoiled, dove praticare lo sport preferito, in un ambiente montano incredibile.
Un altro hit della piccola località l’Hotel Mesdì, 3 stelle superiore, dove Michela Lezuo e il marito Lukas Costa, ricavandolo dal ristorante dell’albergo, hanno dato vita al Miky’s grill.
Villa Soldanella era originariamente, nel 1963, uno dei primi B&B di Arabba. Nato dallo spirito imprenditoriale di Zeno Lezuo (anche uno dei primi maestri di sci) divenuto nel 1972 Cesa Mesdì in onore dei Bec de Mesdì che si vedono dalla struttura. La forza del ristorante, uno dei più frequentati, sta nella pasta fresca e carne alla griglia, sulle proposte vini non più per regione ma per vitigno, una soddisfazione sia per i clienti che rimangono sorpresi e incuriositi ma anche per i due sommelier presenti che riescono a consigliare al meglio i commensali.
E sulle piste? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dal Bec de Roces al Burz, tutti affacciati sulle piste per un break succulento. Oppure il rinnovatissimo Luigi Gorza con una vetrata panoramica da togliere il fiato. Insomma, Arabba, un mondo tutto da scoprire!