Alla scoperta di Kassandra, Sithonia e Monte Athos, le tre penisole di Halkidiki
Osservandole dall’alto, le tre strette penisole che formano la Penisola Calcidica, o meglio Halkidiki, sembrano artigli che si distendono sull’Egeo nel tentativo di afferrare l’acqua del mare. Kassandra, Sithonia e il Monte Athos, queste le tre “gambe”, come le chiamano i greci, che la plasmano. Tre lembi di terra disegnati da 550 chilometri di spiagge incontaminate, distese di uliveti secolari e picchi montuosi vestiti di ombrose pinete che lungo la costa si trasformano in lingue di sabbia dorata.
Scoperte dagli italiani in tempi recenti, le spiagge del grande promontorio della Penisola Calcidica già da anni sono meta prediletta degli abitanti di Salonicco che la scelgono per divertirsi nel fine settimana, se non per sfuggire alla canicola che assedia la città.
Tre penisole, tre realtà completamente diverse. Da un lato Kassandra, regno delle spiagge attrezzate e delle discoteche dove tirar l’alba, dall’altro Sithonia, più selvaggia e attraente dal punto di vista naturalistico. E poi un mondo a parte, Ayion Oros, il Monte Athos, il mondo della fede. Accessibile soltanto agli uomini, che devono essere comunque muniti di particolare permesso, è una repubblica teocratica abitata da 2mila monaci distribuiti in una ventina di monasteri dall’incantevole architettura.
Kassandra, la più vivace
Locali mondani, taverne tipiche, alberghi di lusso, campeggi, negozi, spiagge attrezzate. È l’organizzazione turistica a 360 gradi la caratteristica distintiva della prima penisola. Il tempo trascorre ascoltando musica selezionata nei bar sulla spiaggia, sdraiati su comodi letti a baldacchino e amache su cui dondolarsi sorseggiando una bibita fresca. Per rifocillarsi e respirare l’atmosfera locale, basta scegliere uno dei tanti ristoranti in bella posizione sul mare, che propongono pesce fresco e cucina tipica, sorseggiando vino locale.
Le “location” della movida sono Possidi, la spiaggia di Fourká, dove si balla in riva al mare fino a tarda notte e le discoteche di Kallithèa. Di giorno ci si ferma a Sani su spiagge attrezzate per la pratica di ogni genere di sport, come quella di Bousoulas. Imboccando una delle stradine che scendono lungo il litorale, lo scenario però cambia. Inaspettatamente si aprono insenature solitarie che regalano panoramiche mozzafiato sul Mar Egeo.
E poi c’è Glarakavos, il promontorio dei gabbiani, un’oasi di sabbia bianca e ginepri che si estendono sul mare tra il villaggio di Pefkochori e Chanioti. Alcuni paesi regalano atmosfere idilliache: è il caso di Afytos, raccolto su una scogliera, disegnato da viuzze e casette con la sua piazzetta centrale su cui guardano caratteristici bar e taverne. Bisogna invece spostarsi sulla punta estrema della penisola, a Ayia Paraskevi, per raggiungere i sentieri del trekking che si dipanano sulle colline ricoperte di pini d’Aleppo inebriate di resina.
La natura di Sithonia, la più lussureggiante
È a Sithonia che il profumo della macchia mediterranea si fa più intenso. Nella seconda Penisola Calcidica la natura, ancora intatta e inviolata, regna sovrana, dominante e avvolgente. L’atmosfera che si respira è più raccolta e rilassante, si scoprono insenature e calette dalla sabbia color miele, incorniciate da boschi di pini come quella di Elia; ventilate come la lingua di sabbia di Lagomándra; o ancora, caratterizzate da acque trasparenti come quelle che bagnano la spiaggia di Karidi a Vourvouroú.
Ma anche nella seconda gamba non mancano all’appello alberghi eleganti, ristoranti esclusivi e locali alla moda dove prender parte a beach party al tramonto e di notte. Succede nella vivace cittadina di Neos Marmarás, dove si gusta cucina mediterranea da Itamos, o a Porto Carras. Spostandosi verso sud si ritrova l’isolamento: se ci si inoltra fino a Kalamitsi, per esempio, si scopre una favolosa spiaggia incontaminata.
Per fare una sosta si può risalire fino a Sarti: nel tardo pomeriggio le taverne sulla spiaggia sono colme di gente che sorseggia bicchieri di ouzo e intanto consuma mesedakia, mix di piattini e assaggi tipici. A soli tre chilometri (ci si può arrivare solo a piedi), vale la pena di raggiungere la spiaggia di Kavourótrypes (in greco significa letteralmente “buche dei granchi nella roccia”), indimenticabile con le sue tre calette di sabbia incorniciate da rocce possenti.
Il Monte Athos, un mondo a parte
Da Sarti la vista spazia sulla terza penisola, dominata dagli oltre 2mila metri del Monte Athos. Apparentemente vicina, spiritualmente lontanissima, è come sospesa nel tempo. Ritenuto sacro fin dall’antichità, oggi è un mosaico di venti monasteri straordinariamente belli, dove vive una repubblica teocratica fondata sulla fede.
In realtà le origini del monte sono mitologiche. Athos è infatti il nome leggendario di un gigante “prometeico” che scagliò un intero mondo contro Poseidone, il dio del mare. Questi allora lo trafisse e segregò nel fondo dell’Egeo con un immane scoglio piramidale di roccia grigio-perlacea. Ma il monte spicca anche tra le montagne sacre della tradizione cristiana perché fu rifugio della Vergine Maria e dell’evangelista San Giovanni, quando furono sorpresi da una tempesta mentre erano in navigazione dalla Palestina a Cipro.
Fu così che il promontorio peninsulare divenne il Giardino della Vergine. A partire dai primi secoli dell’era cristiana, la Santa Montagna fu meta di eremiti, primo fra tutti Pietro detto l’Athonita. Dal IX secolo, infine, lungo le coste, isolate nella vegetazione, si distribuirono insediamenti monastici articolati in lávra, le unità cenobitiche che in comune hanno una chiesa, un pozzo e un forno. E una vita di fede.
Per informazioni: www.visit-halkidiki.gr