Puglia da scoprire. Viaggio in Salento, tra le masserie di Ostuni e dintorni, tra prodotti tipici e riserve naturali
“Oggi sei in un posto speciale”. Recita così il messaggio di benvenuto a X Food, ristorante sociale a San Vito dei Normanni, Brindisi. Siamo all’interno di ExFadda, una vecchia fabbrica trasformata in FabLab dedicata all’arte e allo sviluppo locale con annessa cucina a chilometri zero e composta da personale con disabilità. Un messaggio di benvenuto azzeccatissimo per l’intero Alto Salento. Un posto speciale, dove porgere con devozione il saluto al sole nel solstizio d’estate, quando sorge alle 5 e 20 precise. Sole che illumina Ostuni, bianchissima regina che domina sui colli da dove tende la mano alla Murgia meridionale. Oppure che abbaglia quando scocca i suoi raggi sulle distese dorate di questo territorio, tra i campi di grano che sembrano diciotto carati a fianco della terra rossa come rubino.
Di sole e d’azzurro anche i colori – ovviamente #nofilter, tanto è perfetta così la tavolozza – che circondano gli uliveti delle pittoresche masserie altosalentine. È qui che si produce un olio così prezioso da ispirare i poeti e che, servito nella sua massima espressione (a crudo, sul pane), non può che illuminare d’immenso con il suo sapore genuino.
Come voi vedete, il sole è alto e il caldo è grande, né altro s’ode che le cicale su per gli ulivi; per che l’andare al presente in alcun luogo sarebbe senza dubbio sciocchezza (Giovanni Boccaccio, Decamerone)
Viaggio tra gli ulivi monumentali delle masserie del Salento
Ognuno ha tanta storia. È il caso degli ulivi secolari della Masseria Brancati, nell’omonima contrada a metà strada tra Ostuni e il mare. Trenta ettari di uliveto monumentale dove ogni pianta ha qualcosa da raccontare. Tra un antichissimo frantoio ipogeo, gli agrumeti e la pietra dei muretti a secco, ecco il verde argenteo degli alberi secolari ordinati in uno spazio senza fine, dove sognare a occhi aperti è la cosa più facile del mondo.
C’è l’ulivo dal tronco simile a una scultura di perfezione rinascimentale: da una parte sembra comparire la sagoma di un uomo, dall’altra, una donna. Adamo ed Eva, verrebbe da pensare, scalfiti in questo Eden. A guardare meglio, il tronco forma anche la figura di un serpente che si rivolge a lei, per indurla in tentazione.
Qualche ulivo più in là ecco La Capanna, così chiamato perché il suo fusto accoglie visitatori e turisti con un’insenatura in grado di contenere al suo interno nove persone e un cane. Tutto documentato. Basta fare qualche metro in più e compare il Grande Vecchio, ed è qui che uomo e natura s’incontrano, dove un albero è in grado di suscitare infinita tenerezza.
Completamente piegato, attorcigliato su se stesso per tre volte senza mai spezzarsi, l’ulivo più saggio supera i tremilacinquecento anni di vita. Appoggiato su una fila verticale di mattoni di roccia, come se fosse il suo bastone, è ancora in grado di produrre circa sei litri di olio.
Dalle Ferrari o da Mauritius, tutti pazzi per Ceglie Messapica
Vini, latticini e salumi sono l’antipasto perfetto in un agriturismo di charme dove lasciarsi incantare dal percorso della biodiversità. Siamo a Ceglie Messapica, Brindisi, città d’arte e terra di gastronomia. L’Antica Masseria Camarda è un’azienda agricola biologica tutta trulli e lamie con pietre a vista che si affacciano su una bio-piscina nel centro del frutteto. Albicocche, melograni, fichi, pere, mandorle, noci, c’è tutto un mondo intorno.
Il titolare, Cesare Fiorio, famoso ex dirigente sportivo, ha messo ai box la sua Ferrari (anzi no, l’ha proprio appesa al muro del salone della Masseria) per dedicarsi ai sapori della campagna. La sua carrozzeria adesso mette in moto olio extravergine, grano, ortaggi, legumi, oppure passate, marmellate e altre produzioni della filiera corta.
Come Le mille e una notte, di novella in novella, di dolcetto in dolcetto (quelli alla pasta di mandorle accompagnati dal rosolio del Caffè Centrale), si arriva in contrada Montevicoli, immersi nella campagna. Si racconta la storia di Vinod Sookar, da Mauritius all’Alto Salento, chef che in compagnia della moglie Antonella gestisce Al Fornello da Ricci. Qui, la cucina tipica pugliese profuma di esotico. Il risultato? Una fusione di eleganza e prelibatezza. Quasi musica nel piatto. Se nu te scierri mai delle radici ca tieni, rispetti puru quiddre te li paisi lontani…
La riserva naturale di Torre Guaceto
La Riserva Naturale di Torre Guaceto si estende per una superficie di più di 1100 ettari nel territorio di Carovigno e di Brindisi. Essendo un’area protetta, impossibile, logicamente, uscire da qui con le tasche piene di sassi. Il cuore pieno di battiti, questo però sì. Tra i suoi ambienti naturali, spicca la macchia mediterranea, un tripudio di piante aromatiche che incontra la zona umida verso sud, dove il canneto si alterna a chiari di acqua risorgiva.
Sì, viaggiare, a piedi o in bicicletta, lungo gli arenili di sabbia del litorale, fino a quando non si incontra la torre aragonese, simbolo della riserva, ad alcuni chilometri di distanza dalla costa dove sembra ancora di vedere le incursioni dei pirati saraceni. Jack Sparrow e compagni oggi però verrebbero alla ricerca dell’Oro del Parco, prezioso olio extravergine degli uliveti secolari.
Masserie didattiche del Salento: imparare a diventare grandi
Dire, fare, baciare, realizzare dei cestini dalle stoppie dei foraggi, creare il sapone con olio evo e cenere, imparare a fare le orecchiette. Sono questi – e mille altri ancora – gli obiettivi delle fattorie rurali che custodiscono la storia del territorio e insegnano ai più piccoli la sana alimentazione che si coltiva da grandi.
Di ritorno verso Ostuni, nelle campagne della Città Bianca tutta vicoli e artigianato, colma di giovani e locali di tendenza incastonati tra le stradine, spunta la Masseria didattica Morrone, dove non solo si impara a fare la tipica pasta fresca conosciuta in tutto il mondo.
In questa corte settecentesca piena di bougainvillea così scenografica che sembra esplodere da un momento all’altro, effetto pentolaccia, si può provare l’esperienza di vivere in una vera fattoria. Via il wi-fi per connettersi così al sapore delle erbe aromatiche e ai prodotti genuini della buona tavola. O alla semplicità, come il cri cri delle lucciole delle notti d’estate in Salento.