Oncologia e Cucina propone una serie di ricette rivolte ai pazienti oncologici da scegliere, anche, in base agli effetti collaterali derivati dalle terapie. In altre parole, piatti gustosi e facilmente riproducibili. Il progetto del Dottor Salvatore Artale e del suo team prevede un’alimentazione sana, anzi, normale, come la sua teoria (mai così attuale in questo ultimo, difficile, periodo storico segnato dalla pandemia): il Normalismo
Salvatore Artale è direttore dell’Unità Operativa di Oncologia del Presidio Ospedaliero Sant’Antonio Abate di Gallarate dell’ASST Valle Olona di Varese. È anche il direttore scientifico di Oncologia e Cucina, progetto e sito web che vuole dare delle risposte ai pazienti oncologici sul tema dell’alimentazione. Pazienti che, in terapia, si chiedono cosa e come devono mangiare. E come prevenire gli effetti collaterali del trattamento.
Con una serie di raccomandazioni per la prevenzione e per l’alimentazione sana, indichiamo una serie di ricette su cui il paziente può regolare l’alimentazione in base agli effetti collaterali
Sensibilizzato dalle criticità dei malati circa gli effetti collaterali dei farmaci, dalla richiesta di una dieta personalizzata per affrontare le terapie, dal bisogno di adottare uno stile di vita volto a migliorare lo stato di salute generale, il dottor Artale si prende cura dei suoi pazienti. Lo fa andando oltre gli aspetti clinici e terapeutici, rispondendo alle loro necessità per migliorare la gestione della vita quotidiana.
Sulla piattaforma oncologiaecucina.org allora si propongono una serie di piatti semplici e “belli da vedere”, perché “Il cibo è anche bellezza e la bellezza lo rende appetibile”, sostiene Artale. Primi, secondi piatti, risotti. Verdure, infusi, dolci, gelati, bevande e così via. Ricette facilmente fruibili e rivolte a tutti. Ingredienti di stagione. Chiari riferimenti a prodotti locali seguendo i canoni di un’alimentazione “normale”: possibile, quindi, con delle semplici regole e con la conoscenza.
L’importanza della dieta mediterranea 4.0
Una dieta che riflette i 4 principi di sostenibilità, cultura dei popoli, economicità e prevenzione delle malattie. Che prevede uno stile alimentare “che fa bene” e che tiene insieme. Popoli, tradizioni, religioni. Ma anche i pazienti e i famigliari.
Il nostro bisogno di recuperare valori primari e fondamentali, come quello della convivialità, passa, dunque, anche attraverso la tavola. Un’alimentazione, quella proposta, che ci appartiene e che fa parte della nostra tradizione. E che, non meno importante, ci unisce. Concetto più che mai fondamentale se si pensa al periodo storico attuale che stiamo vivendo a livello mondiale, fortemente colpito da una pandemia: un mondo diviso dal Covid in cui la dieta mediterranea ha il ruolo di unire.
Il team di Oncologia e Cucina analizza la patologia e i problemi metabolici collegati
Si pensa alla ricetta: la dottoressa Nancy Grillo, nutrizionista e biologa, con la sua competenza, detta le regole del gioco alla chef. Gli ingredienti, le modalità di cottura, le corrette proporzioni per persona. Quando il piatto sarà pronto ne valuterà e ne riporterà le caratteristiche e le proprietà nutrizionali.
A questo punto la chef Mariagrazia Senatore, new entry del team di Oncologia e Cucina, economista di formazione ma oggi personal chef di professione (premio Scuola Cucina Italiana) segue con dedizione le istruzioni. Un progetto rigoroso, rigido e fiscale, seguito scrupolosamente per prevenire l’effetto collaterale.
Il cibo ci nutre ma ci gratifica, ci fa stare con gli amici, ci offre momenti di convivialità. Ed è proprio per questo che non dobbiamo rinunciare al gusto imparando però a conoscere ciò che mangiamo e l’equilibrio tra gli ingredienti, proprio come la dieta mediterranea, ci insegna. (Mariagrazia Senatore)
Il sito, che si avvale anche di una versione in inglese, per rivolgersi a un pubblico sempre più ampio, vuole rappresentare virtualmente il percorso che il paziente intraprende nella realtà clinica di ogni giorno. Offrendo, quindi, la possibilità immediata di trovare alcune risposte alle proprie esigenze e di sentirsi parte di un gruppo.
L’obiettivo principale? Il raggiungimento del 100% di aderenza ai trattamenti medici oncologici proposti proprio a ogni singolo paziente. In altre parole, aiutare il paziente a vivere meglio, affiancando, al farmaco, un’alimentazione corretta e controllata che permetta, per quanto più possibile, uno stile di vita normale. Normale che, nella maggior parte dei casi, significa speciale. Basta solo farci caso.
Leggi QUI la nostra intervista al dottor Salvator Artale
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