23rd

Aprile

Curare il dolore cronico è possibile?

Come combatterlo? Abbiamo chiesto agli esperti del Columbus Clinic Center

Coinvolge il 20% della popolazione adulta, come attestano studi recenti. È il dolore cronico, che non
interessa solo gli anziani ma anche adulti in età lavorativa e persone che praticano sport. Le donne sono più
colpite degli uomini. Normalmente si pensa che il dolore sia esclusivamente il sintomo di un’altra malattia, in realtà spesso è indipendente e richiede diagnosi e cure specifiche. Infatti, a volte si tratta di una vera e propria malattia non più collegata al meccanismo che lo ha generato. Il dolore peggiora drasticamente la qualità della vita causando cambiamenti che nel lungo periodo possono peggiorare drasticamente. Basti pensare al mal di schiena che colpisce almeno una volta nella vita il 30% della popolazione adulta, fino a ridurre le capacità lavorativa, portare alla completa inabilità e all’isolamento sociale.

Per tenere sotto controllo questa malattia esiste la terapia del dolore, una disciplina specialistica che si occupa della diagnosi e risoluzione del dolore. Il primo passo è diagnosticare, in modo corretto, come e quando il dolore si manifesta, per poi fornire risposte specifiche farmacologiche, infiltrative e chirurgiche. Ovviamente le indicazioni terapeutiche sono basate su un approccio complessivo e personale, a 360°, della persona che soffre. La terapia del dolore è quindi una disciplina che deve sempre considerare il paziente nella sua globalità. 

Il dolore cronico è legato a malattie come l’artrosi, il mal di schiena, il dolore cervicale, la fibromialgia o il dolore neuropatico, quando non possono essere risolvibili chirurgicamente né affrontando la patologia ad esso associata. In tal caso è ovvio che si debba fare una diagnosi e un trattamento specialistico, sempre personalizzato sulla base
delle caratteristiche del paziente. Effettuata una diagnosi corretta, si possono iniziare terapie farmacologiche e test che confermino quanto rilevato per capire quale sia il trattamento più adeguato.

È però fondamentale comprendere come combattere e controllare il dolore il prima possibile: più la sofferenza persiste, meno gestibile diventa. Esistono farmaci utili e tecniche poco invasive che permettono di “addormentare” le vie del dolore. Altre volte, invece, si possono utilizzare infiltrazioni o “ingannare” il dolore attraverso interventi chirurgici per inserire nello spazio midollare neurostimolatori. Naturalmente tutte queste tecniche sono valide e realizzabili solo dopo un’attenta valutazione del terapista del dolore e di altri specialisti che hanno escluso altre possibilità chirurgiche o mediche.

La terapia del dolore – afferma il Dott. Massimo Allegri, responsabile dell’ambulatorio di terapia del dolore
presso la Clinica Columbus – è quindi la disciplina che dà una risposta integrata e multidisciplinare a chiunque lamenti dolore cronico senza avere trovato alternative specialistiche o quando il dolore non è controllato nonostante la terapia che sta facendo (ad esempio dolore nel paziente con tumore, diabete o dolore persistente dopo un intervento chirurgico). Curare il dolore permette di migliorare sensibilmente la qualità della vita riducendo i meccanismi che portano sia alla cronicizzazione sia alla permanenza della sofferenza”.

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