24th

Ottobre

Un proiettile che racconta una vita

Ormai si sa…le interviste vengono meglio davanti ad un buon bicchiere di vino e a del cibo sfizioso e così, tra le colorate mura di UTZ-Food&Motion, al ritmo latin-jazz-bossanova di Paco Garro Jr., Alessandro Beretta mi ha raccontato un po’ di se stesso, giovane scrittore milanese.
Il suo primo libro Peter Sellers – Un camaleonte in rosa è edito dalla collana I cattivi (Bevivino Editore) e ripercorre la storia fisico-psicologica del “papà” della Pantera Rosa. Una mente complessa, succube della madre-padrona, che non troverà mai pace, dall’amore malsano per le donne al mancato raggiungimento del completo successo. Depressioni, infarti, ma anche profonda tristezza e mal di vivere. Ecco cosa ci racconta Alessandro, con occhio attento, proponendoci cartoline da una vita, semplicemente scrivendo.

A quanti anni hai scritto le tue prime cose?
“A nove anni mi cimentai con una biografia di Walt Disney, battendola con la macchina per scrivere di mio nonno, una vecchia Remington. La considero la mia prima pubblicazione.” Ride.

Come ti è venuta l’idea di trattare di Peter Sellers proprio nel tuo primo vero libro?
“Perchè in Italia non era ancora stato scritto niente su di lui. L’idea è arrivata da me insieme all’editore de “I Cattivi”. La collana si occupa di gente non docile, cattiva, ma non intendendo la cattiveria in senso classico. Peter, infatti, aveva una strana forma di egoismo, che si nascondeva sotto la formula del falso anonimato. Diceva di non saper chi fosse e perciò mandava a rotoli la star dei suoi film. Mi ha interessato questa figura per il suo processo interiore personale, dato che pure io sono camaleontico. Nella scrittura il camaleontismo si manifesta nei differenti stili che uso in alcuni paragrafi. Per esempio, l’intorduzione “Dialogo del Sapere e del Biografo sulla vita di Peter Sellers attore inglese” è un omagggio a Leopardi, mentre la conclusione è un remixaggio di alcune frasi dette da Sellers.” Ordina un cuba libre.

Cosa volevi comunicare con questa biografia?
“E’ un libro che si legge in un’ora e mezza, veloce. Cercavo di comunicare proprio la rapidità, ho limato i contenuti affinchè fosse un proiettile che ti racconta una vita. Peter è un agitato di un altro tempo abbastanza vicino a noi, il tempo che vide i Beatles. La sua burracosa identità non si discosta molto dalla nostra realtà.”

E qual è stato il suo confine tra realtà e finzione?
“Non c’è stato. Ha fatto prevalere la finzione sulla realtà, convincendosi di ciò che la sua mente gli suggeriva. Si servì delle imitazioni per difendersi, adattarsi alla vita di gruppo e per far colpo sulle ragazze. L’imitazione divenne poi un’abitudine.”

Quanto tempo hai impiegato per dar vita al libro?
“Tre mesi, scrivendolo per la maggiro parte di notte. A volte invece mi concedevo tutta la giornata per scrivere e magari guardavo la strada per ore.”

Qual è il luogo che prediligi per la scrittura?
“Qualsiasi e scrivo su tutto.”

E il tuo libro della vita?
“L’Ulisse di James Joyce.”

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