26th

Giugno

Tyler Durden

La sua consolle è violenta, sembra dover mordere tutto ciò che si muove nel dancefloor. Tyler Durden è uno che graffia, con le parole, oltre che con l'elettronica.

Qual è il tuo background musicale?
“Rage Against the Machine, The Clash, Richard Hell, Run DMC, Lords of The New Church, Nirvana.”

Però tu suoni elettronica…

“Clusewitz diceva che “la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi”, parafrasandolo direi che “l'elettronica è la continuazione del rock'n'roll con altri mezzi”.

Le tue tendenze musicali ora si rifanno molto alla nu-rave.
“Credo che nu-rave sia riduttivo. Non c'è un termine in grado di riassumere la scena. Io uso “massimale” perché descrive bene l'antagonismo con l'overdose minimal che ormai ha provocato una crisi di rigetto. Comunque l'acme e la morte del genere sono prossime. La cultura mainstream, che si autoalimenta fagocitando ciò che nasce dal basso, sta facendo propri i suoni e l'attitudine della scena. Quando questo accadrà e la massimale sarà overground allora il fenomeno avrà già smesso di essere divertente. Almeno per me.”

Un produttore e un gruppo che ora ti piacciono
“MSTRKRFT e Crystal Castles.”

E tra gli Italiani?
“Cécile e il Teatro degli Orrori.”
 
Tyler Durden. Neon Disco. Il fenomeno vi accomuna. Siete cresciuti insieme, oppure avete preso strade diverse che si sono poi unite? Parlami del tuo percorso e del percorso Neon Disco.
“Neon Disco viene dopo. È un contenitore dove ho voluto mettere dentro le cose che mi piacciono e divertono: l'elettronica e il rock'n'roll , le pin-up, la provocazione, gli anti-eroi, le strobo, tutto ciò che suona fresco e stupisce. E poi ci sono altri progetti, altri party, altri djset più o meno privati.”

Come il tuo djset al Palazzo degli Sforza con Simona Ventura, Borromeo & co?  
“Il punto è che anche l'Italietta dell'avanspettacolo si è stufata dei party di Briatore, così cerca situazioni diverse. Chi torna da New York o Londra non ne vuole sapere di finire nelle balere di Porto Cervo dove i dj hanno la stessa scaletta da dieci anni. Pretende qualcosa di più fresco e così cerca quei suoni che stanno infiammando i dancefloor nei migliori club del mondo.”

Pensi che Milano sia un buon trampolino di lancio per un dj? L'Italia? Riesci a fare un rapporto con il resto dell'Europa?
“Io credo che Milano e l'Italia non riescano a far crescere i talenti in settori molto più critici e vitali del djing. Viaggi per l'Europa e ti rendi conto di quanto questo paese sia inadatto alle sfide dell'imminente futuro. Un baraccone sequestrato da una casta dedita unicamente all'autoconservazione il cui interesse non coincide più con il nostro. Alla consegna della mia tesi di laurea il professor Sapelli gelò i suoi colleghi dicendo “Figliolo, vattene dall'Italia”.

In cosa sei laureato?
“In Scienze Storiche.”

Il prossimo party?
“Sarà venerdi 11 luglio, in una location privata, con un guest molto importante. Non posso dire altro se non che il party si chiamerà Sunglasses at Night. Se vuoi entrare devi portare i sunglasses. Va bene qualunque marca: dai Rayban alla maschera per saldatori.”

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