“Dovete scusarmi, non me la cavo granché con le parole“. Si giustifica con disarmante modestia Steve McCurry, uno dei fotografi più amati e conosciuti al mondo. Ospite di Palazzo Brera per l'anteprima di Sensational Umbria (il progetto che la Regione gli ha commissionato per promuoversi a livello internazionale, ndr), McCurry vince la sua riservatezza e ci racconta qualcosa di sè e della recente avventura italiana.
Mr. McCurry, quando ha capito che avrebbe fatto questo mestiere?
“Sono nato e cresciuto a Philadelphia. Da ragazzo il mio sogno più grande era quello di viaggiare, e siccome ammiravo i lavori di Henri Cartier Bresson, un giorno ho deciso che avrei seguito le sue orme: girare il mondo per fotografarlo”.
Nel corso della sua carriera ha affrontato una grande varietà di temi, documentando conflitti sanguinosi e immortalando paesaggi spettacolari. Come si definirebbe?
“Non amo le etichette e cerco di non usarle. Mi considero una persona molto curiosa e fotografo quello che cattura la mia attenzione. In particolare mi affascina la possibilità di penetrare con l'obiettivo nel comportamento umano”.
Nel suo blog c'è una citazione della poetessa russa Anna Akhmatova: “L'Italia è come un sogno che continua a farti visita per il resto della vita“. Cosa l'ha colpita del nostro Paese?
“Sicuramente la sua Storia: qui tutto conserva un sorprendente legame con il passato e rende l'Italia una terra di straordinaria ricchezza visiva”.
Come ha trovato l'ispirazione giusta per questo progetto?
“Cercavo di realizzare foto interessanti e potenti, che avessero vita propria. Fino ad ora non avevo mai trascorso così tanto tempo in Umbria: ho scoperto una regione incredibile, dove poter tornare di continuo senza mai ripetere lo stesso scatto”.
Tra le immagini di Sensational Umbria c'è l'intenso ritratto di una ragazza che ricorda Afghan Girl, uno dei suoi scatti più conosciuti e apprezzati. Può raccontarci la genesi della foto?
“Stavo partecipando al Festival Medievale di Bevagna: sono rimasto così colpito dal volto di questa giovane donna, dalla luce che la avvolgeva e dagli abiti che indossava che ho deciso di immortalarla”.
In futuro estenderà la ricerca anche ad altre regioni italiane?
“Perché no? Chi può dirlo…”
E con i suoi occhi limpidi e acuti, fa capire che non ha altro da aggiungere. Del resto, quando si riesce a parlare con le immagini come sa fare lui, non servono lunghi discorsi.