Il cantante Oscar racconta il nuovo album che segna un momento di riflessione storica nella carriera della band, dove beat e dichiarazioni d’amore non negano lo spazio ad una lucida descrizione sociale di ieri come di oggi. Alla base del nuovo album Come un pugno chiuso, c’è la riscoperta di un genere musicale, il Northen Soul, che ha radici profonde nella cultura afroamericana che inventò un nuovo heavy beat.
Sin dalla copertina, un pugno chiuso che irrompe da un vetro, il nuovo album appare molto diretto.
“Il nostro genere musicale in questo album è tornato alle origini, al Northen Soul il cui simbolo era un pugno chiuso. E’ un discorso musicale duro che noi condividiamo pienamente.”
Gli Statuto hanno una storia radicata anche nello stile, alla fine del booklet ci sono molte polaroid. Com’è la realtà mod ad oggi?
“Scegliemmo il nome Statuto perchè è il nome della piazza a Torino dove c’è il ritrovo di coloro che condividono questo stile di vita, è un esempio di chiara identità, oggi come allora lo scopo è far conoscere questa cultura, le foto sono di amici che abbiamo in piazza Statuto, come nel nostro primo album del ’77 dove c’erano le polaroid di molti amici.”
Come giustifichi la longevità di questo stile musciale di cui da anni siete i caposcuola in Italia?
“E’ uno stile che ha forti radici, negli anni ’50 e ’60 la musica nera, poi l’evoluzione in beat e rock steady, ma non fu mai un fenomeno di massa, non è una moda, si è saputa preservare a mode e in questa maniera si è radicata più a lungo. Noi siamo partiti da questo tipo.”
Nell’album pezzi con forte connotazione sociale incontrano dichiarazioni d’amore, come avete fatto coincidere temi così differenti?
“Crediamo che l’amore stia perfettamente con queste melodie, scrivere a riguardo viene spontaneo, oltre alla questione sociale che è un’esigenza, le storie d’amore dei testi sono venute naturali. Tutto ha una collocazione precisa con richiami a pezzi vecchi che sono di nostro gusto.”
Com’è la scena musicale ed artistica torinese ad oggi?
“E’ un po’ troppo tempo che si crea una situazione che a noi va stretta e che critichiamo duramente arrivando a non suonare più nella nostra città dal ’94. Tutto questo è dovuto a finanziamenti pubblici per le solite associazioni invece che per una promozione di altri circuiti artistici. E’ un circolo vizioso, chiuso, è un feudo musicale.”
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