Il Noir Club di Lissone è affollato per l’atteso concerto di Rettore. Fuori dal camerino di una delle cantautrici più trasgressive c’è una fila di fan come se il tempo si fosse fermato ai tempi di “Splendido splendente”.
Rettore, sei stata una delle più agguerrite cantautrici del nostro Paese. E’ finito oggi quello snobismo maschilista dei tuoi esordi?
“C’è sempre stato. Non è un tabù superato essere donna. La diversità in genere non è accettata ancora nel nostro Paese. C’è sempre un’egemonia dei maschi ma noi siamo pronti a combatterla”.
Perché c’è questo revival degli anni ottanta?
“C’è vuoto totale attuale. E’ stato così forte l’accavallamento della prima metà degli anni ottanta che la gente va a cercare le cose belle sono state fatte. Si possono fare cose nuove se i media fossero meno corrotti. Togliendo la Prima Repubblica tangestista e questa Seconda Repubblica ancora più zozza, potremmo pensare ad una nuova Repubblica più trasparente. In questo nuovo contesto si dovrebbe dare spazio ai giovani talenti e a quelli di spessore di ieri”.
Quale è un pregio della Rettore di ieri e di oggi?
“La sincerità verso il pubblico”.
Cosa ti ha dato il Festival di Sanremo?
“Niente, così come io non ho dato niente al palcoscenico dell’Ariston”.
Non sono d’accordo. Mi viene in mente il tuo pezzo “Amore Stella”…
“Forse ho lasciato qualcosa al pubblico nel 1994 con Di notte specialmente. Ero pronta. Oggi potrei dare qualcosa alla manifestazione in un altro ruolo: magari come presentatrice o direttrice artistica, scegliendo i pezzi”.
Come è la Rettore di questo 2006?
“E’ sempre più grintosa, pronta a tirar fuori brani nuovissimi, sempre avanti perché bisogna stimolare così come ieri è successo con canzoni come Splendido splendente o Cobra. Lì ho stimolato con una letteratura psichedelica e non come fa la Nannini che vi prende da sempre per i fondelli”.
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