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Settembre

Svolta storica: Marvel passa all’Impero Disney

L’imperatore dell’intrattenimento si chiama Disney e, nei giorni in cui gli squali giganti comprano tutto, si accaparra i diritti dell’universo Marvel. Topolino e compagnia bella fanno festa perché adesso la famiglia Disney si è allargata con alcuni personaggi che hanno fatto la storia del fumetto, dall’Uomo Ragno all’Incredibile Hulk. E qui non si tratta soltanto di un sostanzioso giro d’affari dal valore di 4 miliardi di dollari, ma di una svolta storica nella geografia dei comics e dell’entertainment.

MARVEL – A settanta anni dalla nascita di Marvel Comics, chissà cosa direbbe oggi lo storico fondatore Martin Goodman di questo passaggio dei suoi eroi alla corte dell’establishment yankee. Negli anni del dopoguerra, il popolo di lettori che si rifugiava nel buonismo disneyano ritrovava nella quotidianità borghese di Mickey Mouse e Minnie la metamorfosi del New Deal roosveltiano e da lì a poco la tranquilla provincia americana degli ovattati anni ’50. Marvel era l’altra America, quella che sotto l’impeccabile direzione di Stan Lee negli anni sessanta, avrebbe tradotto in nuvole parlanti lo scompiglio generazionale d’oltreoceano.

THE OTHER SIDE OF AMERICA – Chi leggeva  Marvel, sapeva bene che l’altra faccia dell’America sputava fango fremendo tra la guerra fredda (Capitan America) e il timore dell’accettazione della diversità (X-Men), tra la responsabilità di avere super poteri (L’Uomo Ragno) e la sublimazione della lotta razziale nella mostruosità umana (L’Incredibile Hulk). Chi leggeva Marvel sapeva bene che poteva esserci un’altra America fuori dalla Casa Bianca e dai giochi di prestigio per giustificare il Vietnam: quella cantata da Bob Dylan e Joan Baez, quella filmata da Dennis Hopper in Easy Rider, quella rabbiosa del palcoscenico del Living Theatre, quella iconografica del trendy Andy Warhol.

SPIDERMAN & DONALD DUCK – Le sceneggiature dei supereroi Marvel si sono adeguate ai tempi e hanno vissuto più stagioni, a differenza di Disney che si è trasformata da fabbrica di sogno in una macchina gigante dove l’arte è stata ridotta troppe volte a pura mercificazione dell’immaginario collettivo, fatta qualche eccezione (la scuola dei disegnatori italiani e l’inossidabile testata di Topolino). Girare nei parchi a tema di Eurodisney o Orlando e vedere spuntare i supereroi Marvel avrà un effetto distorto perché non ci sono affinità. A meno che non si scelga di metterli alla corte dei “paperi”: Zio Paperone sarà pure il più tirchio e Paperino il più arrabbiato, ma nel loro agrodolce anticonformismo c’è ancora l’altra America che speriamo questa fusione non cancelli.

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