Arte e gusto a Bruxelles. Il miglior ristorante del mondo a Copenhagen. Sapori provenzali in Terre Blanche. E ancora, l'anima Gitane di San Francisco; una samba di aromi e biodiversità a San Paolo e il cuore meneghino di New York. In Europa e oltreoceano, ecco un potpourri di locali che in poco tempo sono diventati i migliori indirizzi dove trascorrere una serata di gusto.
IN EUROPA – Nel centro storico di Bruxelles è stato inaugurato da poco il Kwint (Mont des Arts), ristorante, bar lounge e raffinatissimo shop di delicatessen. A caratterizzarlo è una gigantesca scultura aerea, che corre lungo tutta la sala sospesa sulle teste dei commensali, opera del design belga Arne Quinze. A renderlo indimenticabile il menu, per veri intenditori, ma a prezzi accessibili. Qualche esempio? Caviale imperiale baeri, foie gras, tartufi, salmone e aragoste. Tempio gourmet di Copenhagen stellato Michelin, il Noma (Strandgade 93) di René Redzepi lo scorso aprile è stato votato migliore del mondo dalla rivista britannica Restaurant Magazine, una bibbia del settore. Lo chef, di appena 32 anni, prima di aprirlo, ha fatto esperienza anche da El Bulli di Ferran Adrià. In cucina, tecnica contemporanea e prodotti scandinavi. Da provare, le capesante con noci di faggio o il tartufo di Gotland su pelle di latte. In Provenza, vale una sosta il ristorante Faventia (Tourrettes, Var) di Terre Blanche. Stellato gioiello di raffinata cucina gastronomica del Four Seasons Resort Provence, è il regno di Philippe Jourdin, starchef francese. Nella sala dai toni caldi, servite specialità della tradizione mediterranea rivisitate dallo chef con un tocco di estro e contemporaneità. Ottimi: poisons de Mediterannee, filet de bœuf, agneau de lait des Pyrenees, chocolat aux éclats de fruits croustillants. Tempo permettendo, si pranza nella terrazza panoramica con vista sulle distese di lavanda e sui vicini borghi medievali di Callian e Montauroux.
OLTREOCEANO – A San Francisco ha aperto i battenti il ristorante & bar Gitane (6 Claude Lane), un museo per art victim dal décor eclettico e sontuoso, che mixa accostamenti lontani fra loro per epoca e genere, tutti europe. Spettacolare il bar, dominato da una gigantografia goyaesca del fotografo Nazif Topçuoglu. Spirito nomade anche in cucina, regno di Lisa Eyherabide, chef ventinovenne che propone “cuisine de ma mère” con specialità della Francia del sud, della Spagna del nord e nordafricane. La regione iberica è al centro delle wine e beer list (ma ci sono anche birre artigianali alsaziane, francesi e belghe) e al bar, una selezionata scelta di sherry spagnoli, spiriti rari da trovare qui. I newyorkesi lo adorano per la superba cucina italiana, milanese nello specifico, con specialità dal risotto alla mitica cotoletta ai brasati. Si chiama Casa Lever (390 Park Ave at 53rd St.) ed è il nuovo ristorante che hanno inaugurato Dimitri Pauli e Gherardo Guarducci, proprietari dei Sant Ambroeus aperti da Manhattan a Southampton. Progettato dall'architetto australiano Marc Newson, il locale accoglie in un ambiente retro, arredi originali e dettagli anni Cinquanta, ma il fiore all'occhiello sono i 19 quadri originali di Andy Warhol appesi alle pareti. Ex musicista punk e deejay, Alex Atala oggi è tra i top chef dell'alta gastronomia mondiale. Ama i cibi semplici ed è rispettoso della tradizione, come dimostra nel Acronimo per Dominus Optimus Maximus, il suo ristorante D.O.M. (Rua Barão de Capanema 549, Cerqueira César) di San Paolo in Brasile, è una samba di multiculturalismo e biodoversità. Schiume gassose, verdure in polvere, gelatine, vengono create con le più sofisticate tecniche della cucina contemporanea, nel rispetto della tradizione.