Abbiamo incontrato Alessandro Satriano in arte Alex Satry, dj producer napoletano in forza ad UMM. Il suo nuovo singolo è “Magic Samba”. Classe 1983, nel 2005 era già resident in Grecia, al Montecristo club di Corfù. Nel 2010 ecco invece la collaborazione con Organic Flow Ibiza. Produttore e remixer per Todd Terry su In house Records e pure per Victor Simonelli su West Side Records, ha un sound molto apprezzato in Italia e all’estero. Oggi è resident al Noha Beach Club di Napoli, uno dei top club in Campania. “Oggi quasi non esiste più l’underground”, dice. “Tutto nasce e muore in bella vista alla velocità della luce, sui social”.
Alex Satry, come è nato “Magic Samba”?
“Il mio singolo ‘Magic Samba’ nasce da un suggerimento di Gianluca Motta di UMM. Scelgo sempre di rivoluzionare i brani che scelgo di suonare, rendendoli esclusivi in versioni abbastanza personalizzate. Oggi la tecnologia lo permette”.
Come è andata la produzione?
La release è immediatamente stata apprezzata dagli addetti al settore e dal pubblico. Siamo riusciti, credo a dare un volto nuovo a un brano reso celebre da un guru della house music come Claudio Coccoluto .
Alex Satry, cos’è UMM per te? E Media Records?
Quando parliamo di Media Records (UMM) parliamo di un team una famiglia dove ognuno ha un ruolo ben preciso. Collaborare con Gianfranco Bortolotti e Gianluca Motta di UMM vuol dire avere una guida eccellente nello sviluppo di ogni release. Sono persone in grado di avere una visione chiara dell’idea alla prima demo inviata… e dirti esattamente come ultimare il progetto, passo dopo passo.
Quanto conta la ricerca musica? E cosa hai in programma per il futuro?
La continua ricerca musicale deve essere presente sempre, come un motore. Un DJ producer non deve mai dare per scontato un periodo o un proprio brano adagiandosi su di esso. Deve saper attentamente osservare l’inizio e la fine di ogni epoca musicale. Prossime uscite già definite ne ho. Sono molto scaramantico: dico solo che una di queste ripropone una delle più grandi hit degli anni 80 .
