22nd

Dicembre

Il Manicomio di Mombello

Con il termine Manicomio di Mombello ci si riferisce all’ex ospedale psichiatrico “Giuseppe Antonini”, situato a Limbiate.

Ad oggi risulta essere in stato di completo abbandono, diventando poi negli anni meta perfetta per fotografi, esploratori, ma anche vandali e tossicodipendenti. 

Manicomio di Mombello

Ad inizio 1700 l’ex manicomio di Mombello era una splendida villa ricca di affreschi, circondata da una distesa “infinita” di giardini. 

La villa, sempre nel 1700, ospitò Ferdinando IV di Borbone per poi diventare la “base” di Napoleone Bonaparte durante la sua campagna d’Italia.

Successivamente, nel 1800 fu abbandonata e poi comprata dal Comune di Milano che la restaurò per adibirla, nel 1863, ad ospedale Psichiatrico a causa del sovraffollamento della principale struttura psichiatrica della città: La Senavra.

Furono inizialmente trasferiti 300 pazienti. 

Il direttore della Senavra strutturò Mombello come una “colonia per malati tranquilli”. 

La struttura divenne un vero e proprio villaggio: al suo interno erano presenti lavoratori, giardini, spazi coltivabili e addirittura i ricoverati potevano partecipare ai lavori artigianali e negli orti.

Il reparto più cupo era quello dedicato agli “Agitati”, dove tra i tanti, trovò la morte anche il figlio illegittimo di Benito Mussolini. 

Nel tempo il numero di pazienti cresceva sempre di più, così da obbligare l’amministrazione della struttura alla costruzione di altri padiglioni, che durante la Prima Guerra Mondiale potevano ospitare anche i soldati feriti al fronte. 

Manicomio di Mombello

Nel 1978 la legge Basaglia decretò la chiusura dei Manicomi, che chiuse definitivamente nel 1999.

Ultimamente il Manicomio è stato oggetto della cronaca a causa dei suoi chilometri di gallerie sotterranee, che sembrano essere la meta preferita di molti giovani noncuranti della pericolosità degli stabili abbandonati da così tanti anni. 

Tra i numerosi chilometri di cunicoli sotterranei si dice si nasconda anche il tunnel che Napoleone fece costruire per consentirsi una fuga in caso di pericolo.

Di Federica Lelapi

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Dopo i percorsi accademici in Filosofia e in Politiche europee e internazionali, ha iniziato a lavorare nel mondo dell'editoria e della comunicazione nel 2011 per una Casa Editrice di saggistica filosofica. Attualmente si occupa di media relations e di giornalismo con un focus sull'innovazione e sulle tematiche economico-finanziarie; in questo ultimo settore ha seguito anche la comunicazione delle società quotate e delle aziende che devono intraprendere il processo di IPO.

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