Gabriele Puglia firma un brand 100% italiano di occhiali di design. L’intervista
Hai delle isole negli occhi. Un ritornello di una canzone italiana preso alla lettera dal brand – tutto italiano – di Gabriele Puglia, giovane artigiano, designer e artista degli occhiali che con il suo G-Spectacles, marchio di occhiali di ricerca (a prezzo accessibile) da sole e da vista, ha realizzato una collezione dedicata alle sette isole Eolie, per omaggiare la sua terra d’origine, la Sicilia.
Dalle Eolie al modello Ibiza e ad altre montature disegnate da lui per omaggiare sette isole del Mediterraneo. E così via, di sette in sette. “Sette è il mio numero fortunato da sempre – racconta Gabriele – ce l’ho tatuato da quando ho 15 anni“, un numero che ricorre in tutte le sue collezioni e che si ritrova nel nome del suo primo brand, G-Seventars.
Da questo nasce il marchio G-Spectacles che ha inaugurato il suo primo monomarca proprio a Milano, in via Cesare Correnti 22: un flagship store che propone modelli unici e ricercati, vintage e rivisitati. Originali e così glamour da conquistare gli influencer più stylish e le Instagram-star più seguite.
“Dopo l’omaggio alla mia terra ho disegnato occhiali più alternativi – continua Gabriele – come i 7 vizi capitali, i 7 cieli dell’antichità, i 7 arcangeli, oppure 7 poeti, dal modello Sciascia al modello D’Annunzio. Ora mi sto dedicando ai segni dello zodiaco“.
Capita così di entrare nel suo negozio e di fare parte di una storia di passione e di ricerca, che comincia qualche anni fa a Messina e arriva fino a Milano. Fino al momento in cui ci si ritrova sul viso una montatura studiata su misura, perfetta per la forma del viso, lo stato d’animo, il carattere e le passioni di chi la sta indossando.
Ho iniziato a disegnare occhiali perché credo nel Made in Italy, che tutto il mondo ci guarda e ci invidia.
Da dove arriva la tua passione per il mondo degli occhiali?
Sono un ottico come mio nonno e mio papà, ho una passione per la storia degli occhiali dagli anni Cinquanta in avanti, con tutte quelle forme e quei materiali diversi, come la vera tartaruga, che oggi non si può più usare. A sedici anni ero l’unico della mia classe che già sapeva cosa fare nella vita, così, mentre studiavo, ho iniziato a fare l’ottico. Non mi è mai piaciuto vedere le stesse cose su tutti, ognuno ha una personalità. L’occhiale, se ci pensi, è l’accessorio più importante che abbiamo, va messo in viso e una persona la guardi negli occhi.
Come nasce un tuo modello?
Sono attento alle tendenze ma vado molto d’istinto. Le analisi di mercato sono importanti ma non va tralasciato il cuore e la percezione di vedere qualcosa in più in un oggetto normale come un occhiale.
Quali sono i trend del momento? Anzi: quale tipo di occhiale bisogna indossare per avere un post pieno di like su Instagram?
Da un anno è ripartito il metallo, materiale tecnico e ciclico. Io credo nell’acetato, nella celluloide, il metallo però è la moda del momento, si vende tantissimo, dal modello più tondo al doppio ponte, un classico dei nostri nonni, tipo il goccione gigante. Sono forme vintage che ho ripreso e riadattato, come il modello Merope di G-Spectacles, indossato dal rapper Sferaebbasta, uno degli occhiali più venduti della collezione dell’ultimo anno. Un po’ perché è indossato dall’idolo di molti ragazzi e poi perché è diverso da tutti gli altri. È molto particolare e non sta bene a tutti, a me sta male!”
Ecco, Sferaebbasta. Poi sul profilo Instagram di G-Spectacles ci sono anche Guè Pequeno o Marracash, tutti con i tuoi occhiali.
Sì, ho delle collaborazioni con artisti molto giovani. Hanno un seguito che va dal dodicenne al ventenne, un target che spende: non sono soldi loro ma dei genitori e difficilmente i genitori, se possono permetterselo, dicono di no al figlio che sogna l’occhiale del loro idolo. Dietro a tutto questo c’è lo zampino di mia sorella Ylenia: è una stylist e per lavoro, in tempi non sospetti, aveva iniziato a seguire Sferaebbasta. È molto brava in quello che fa, ha creduto in questo ragazzo, ci ha visto lungo.
Sei giovanissimo e unconventional: pieno di stile, tatuato, creativo. E tieni molto alla famiglia.
Sono tanto riconoscente alla mia famiglia, se non fosse stato per loro non avrei potuto fare niente. Ho avuto un grande nonno e ho un grande padre, entrambi come esempio. Educazione, rispetto e umiltà sono alla base di ogni cosa, se mancano questi valori allora manca tutto il resto. La mia famiglia mi ha spinto a venire qui a Milano per arrivare dove ho sempre voluto.
Da Messina a Milano. Ti manca la Sicilia?
Sono legato alla mia terra, è meravigliosa, ma Milano è uno stimolo continuo e partire da qui è fondamentale per sviluppare il mio brand. Però sono qui solo da pochi mesi, ancora mi perdo guidando, devo stare attento alle multe.
L’ultima tua creazione G-Spectacles?
Ho già un figlio di poco più di un anno e il prossimo occhiale in uscita è Samuel, dedicato a lui. L’ho disegnato sia da vista sia da sole, è più particolare da vista ma è comunque un occhiale che spacca.