I nostri consigli per concedersi un buon cocktail in città
La “Milano da bere” è oggi la patria indiscussa della miscelazione di alto livello, nelle mani di bartender capaci e valenti in grado di (re)interpretarla per soddisfare un pubblico sempre più esigente e preparato. Il bravo bartender non prepara soltanto un buon cocktail o azzecca i giusti abbinamenti, se è davvero bravo riesce a soddisfare i gusti e lo stato d’animo di chi ha di fronte. Una bevuta su misura non è da tutti, né per tutti. Motivo per cui il numero di cocktail bar da tenere a mente è ristretto (scopri nuovi locali a Milano). Ecco la nostra personale classifica, frutto di esperienza (alcolica) empirica sul campo:
Rita&Cocktails, qui è nato il gin zen
Rita è l’abbreviazione di Margarita. Per molti il Rita è il Rita, non serve sapere altro. Nato agli inizi del nuovo millennio per mano dei soci Edoardo Nono e Gianluca Chiaruttini, questo cocktail bar è da allora un punto di riferimento in città. Per molti aspetti l’apripista di un nuovo genere del bere, non a caso il Gin Zen è nato qui: zenzero fresco pestato, gin, lime, cordiale al lime, soda, ghiaccio tritato, servito in tumbler basso. Via Angelo Fumagalli 1.
Pinch – Spirits & Kitchen, per chi ama i dettagli
Se vi piacciono le atmosfere ricercate allora andate sui Navigli ed entrate al Pinch. Un salotto accogliente in cui godere di una buona bevuta accompagnata dalla proposta gastronomica a disposizione. Il bartender Mattia Lissoni (insieme a Chiara Deho, Giovanni Ripoldi e Massimo Manera) ha battezzato questo posto nel 2014 e, da allora, il posto migliore per divertirsi è bere seduti al bancone dove la squadra di ragazzi si alterna nelle miscelazioni. Ma se il bancone non fa per voi sorseggiatelo in vetrina, sul divano che guarda il Naviglio Grande. Ripa di Porta Ticinese 63.
Octavius, in Gae Aulenti
Poteva Piazza Gae Aulenti non avere il suo cocktail bar? Al piano superiore del Replay Flagship Store si entra nella cabina di un’elegante imbarcazione d’epoca dove godere di grandi bevute (la parte superiore del locale è lo scafo di una barca). Tutto è in legno, le luci sono soffuse e il servizio preciso. A fare gli onori di casa nientepopodimeno che Francesco Cione, miglior bartender d’Italia 2015, con cui andare oltre il bicchiere, sperimentando e imparando. Piazza Gae Aulenti 4.
The Spirit, stile Usa
Un posticino così mancava in Porta Romana. Un indirizzo per miscelati di qualità preparati dal bar manager Fabio Bacchi e da Carlo Simbula, ex Morgante Cocktail & Soul e Pinch, a guidare il team di bartender. L’atmosfera è quella dell’american cocktail bar con sedute in velluto, angoli nascosti, ampio bancone in cui prende forma l’intera vita del luogo, il rapporto tra clientela e barman. Carta dalle proposte studiate che in parte varia mensilmente. Da provare il Calavera: Vila Lobos Tequila Blanco, Vida Mezcal, Cocchi Rosa, lemon verbena & habanero cordial. Via Piacenza 15.
1930, l’indirizzo segreto
E come non concludere con lo speakeasy milanese per eccellenza: il 1930. New York o Parigi? Milano, un posto segreto il cui indirizzo non è dato sapere così facilmente. La carta dei cocktail è in continuo cambiamento e la location regala un relax al quanto retrò. Si è catapultati in un’altra epoca con gli arredi in legno, le bottiglie di liquore e un pianoforte che suona tutte le sere. La lista dei cocktail diventa parte integrante di piccoli libri da cui ordinare. E poi la bevuta. Beh, quella non può essere descritta se non vissuta…