Tokyo, città quasi poliedrica nella sua sconvolgente varietà, coniuga al sempiterno amore per la tradizione la frenesia della modernità, in un equilibrio singolare.
LA MEGALOPOLI ” PUZZLE” – E’ una megalopoli che rassomiglia ad un grande puzzle le cui tessere sono rappresentate da ben 23 quartieri speciali ( -ku), 26 città (-shi), 5 paesi (-cho o machi) e 8 villaggi (-son o mura) con governo locale. I confini di Tokyo si estendono poi fino alle Isole Ogasawara nell’Oceano Pacifico, distanti fino a 1.000 km.
Nella capitale giapponese non esistono le piazze, quei luoghi d’incontro che noi occidentali abbiamo da sempre avuto, sin dai tempi dall’agorà greco e del foro romano. Tokyo, piuttosto, è una città fatta di villaggi, piccoli nuclei urbani risalenti ad uno o due secoli fa, ognuno distinto e separato per ruoli e funzioni e con un proprio centro, rappresentato dalla maggiore stazione ferroviaria di riferimento.
L’EROTISMO GIAPPONESE APPRODA A MILANO – Tra i distretti di Tokyo vi è per esempio Shinjuku,importante centro commerciale ed amministrativo, ma anche la sede della più grande, più nota e attiva comunità gay del Giappone, Shinjuku ni-chome. Peraltro è risaputo come il Giappone sia uno dei paesi sessualmente più liberi al mondo e c’è chi su questo ha scritto un libro come Gabriele Rossetti. E’ un giovane professore genovese, che venerdì 25 maggio al club S’agapò di Milano, ha presentato il suo Japan underground, edito da Castelvecchi. Un testo che parla senza moralismi dell’arte erotica del Sol Levante e che colpisce immediatamente per la ricchezza di immagini, manifesti, foto estreme e manga d’eccezione. Questi ultimi, però, sono molto di più di un semplice fumetto. Essi, oltre a “erotizzare” la figura della studentessa creando uno modello sexy famoso anche presso gli occidentali, hanno innescato una vera e propria moda per i giovani giapponesi, sviluppando un nuovo filone dello street style.
COSPLAY: UN TREND MADE IN JAPAN – A Shibuya, uno dei quartieri più famosi e glamourous di Tokyo, i giovani si esprimono attraverso l’arte del cosplay, rendendo così il quartiere variopinto. Cosplay è appunto una sottocultura giapponese incentrata attorno al vestirsi come i personaggi di manga, anime e videogiochi, e, meno comunemente, di film, telefilm o artisti J-Pop e J-Rock (musica pop e rock giapponesi). Oltre a travestirsi in occasione di manifestazioni pubbliche, come i convegni sugli anime, non è inusuale per gli adolescenti giapponesi radunarsi con amici accumanati dalla stessa passione, semplicemente per fare del cosplay. E’ quasi paradossale come a volte questi giovani, dal look stravagante e coloratissimo, fatto di acconciature eccentriche e capi fuori dall’ordinario, celino dietro un acceso anticonformismo e velleità di ribellione, un cuore che batte ancora per la tradizione del Giappone, per la sua religiosità e senso del rispetto.
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