Fino ad una ventina di anni fa era lecito cominciare la stagione teatrale cercando l’abbonamento più adatto ai propri gusti. Che fine ha fatto “il teatro generalista”, quello che teneva conto di più pubblici? Sì, sarà pure giusto recarsi al botteghino con la consapevolezza che ogni teatro prediliga un genere, ma dopo tutto lo spettatore ha il sacrosanto diritto di crearsi un percorso personalizzato. Lo facciamo con i palinsesti televisivi, non vedo perché non potremmo col teatro, tentando dove è possibile di tirare dalla tasche meno soldi possibili. Per la stagione milanese 2009/2010, ecco una possibile panoramica.
CLASSICI – Vorrei investire sulle provocazioni sceniche giovani e audaci di Corrado D’Elia, tirando fuori dal cartellone del teatro Libero l’Amleto di Shakespeare (23 settembre-19 ottobre) e La locandiera di Goldoni (2-31 dicembre). Non ci sta male come peccato di gioventù la trilogia dedicata al Nobel “arrabbiato” Harold Pinter al Franco Parenti: L’amante (1-10 ottobre), Il calapranzi (20 ottobre-1 novembre), Tradimenti (23-29 novembre), tra l’altro interpretati da tre volti femminili totalmente diversi come Anna Galiena, Ivana Monti e Nicoletta Braschi.
INTERNAZIONALE – Mi butterei sulla scena internazionale puntando su un inedito John Turturro al Grassi con Italian Folktales ( 9-14 febbraio 2010), sull’occhio di Lluís Pasqual che scruta il Garcia Lorca di La casa di Bernarda Alba al teatro Studio (5-15 novembre); sullo scontro tra Oriente e Occidente in Shen Wei Dance Arts allo Strehler (24-28 febbraio 2010). Sono tentato dai musical dell’Allianz come il tributo ai Queen di We Will Rock You (4 dicembre-6 gennaio), ma purtroppo per me questo genere va visto in lingua originale, senza il rischio di essere torturati da traduzioni sbadate.
A CASA NOSTRA – Continuerei il percorso iniziato sotto la guida di Ferdinado Bruni ed Elio De Capitani all’Elfo con Angels in America Parte II (22 ottobre-22 novembre), stringerei la mano alle nuove leve come Alessandro Sciarroni per If I was Madonna allo Spazio Mil (18 ottobre), tirerei fuori la memoria al teatro Out-Off attraverso Sequestro all’italiana di Michele Santeramo (27 ottobre-8 novembre) e di tanto in tanto andrei a farmi qualche risata allo Spazio Zelig di viale Monza, spiluccando qui e lì nel cartellone.
Resta la questione legata al portafoglio e scovare qualche stratagemma per tenere il teatro nei dintorni del low-cost. Mi affiderei agli sconti della MilanodabereCARD dove è possibile e alle iniziative dei singoli teatri. Perché il last minute promosso dal Piccolo non contagia pure gli altri spazi teatrali milanesi? Sarebbe un modo intelligente per riempire tanti posti vuoti e spargere cultura!