Tra le pagine Social più seguite del momento, Gli stronzi di Milano descrive le persone della nostra città ai raggi X senza tante mezze misure. Gli autori? Un gruppo tutto al femminile che non vuole farsi riconoscere. Un po’ da stronzi, appunto
Milano è piena di stronzi. Una cinquantina, qualcosa di più, almeno, quelli conclamati. Personalmente ne conosco parecchi – in generale, s’intende – ma questi, in particolare, mi hanno colpito molto e così come me hanno colpito le altre 11mila persone che seguono Gli stronzi di Milano su Instagram. Attenzione: da qui alla fine dell’intervista che state leggendo la parolaccia si ripete, mi perdoneranno i sostenitori del bon ton, è dovere di cronaca. Che poi, se vi scandalizzate, allora un po’ stronzi lo siete anche voi, suvvia, che sarà mai.
C’è l’hairstylist, il cummenda, il sempre presente. La ama e la frociarola. La sciura, il bocconiano, il passeggero della 90 e il guidatore dell’Enjoy. La commessa, lo studente moda, il cane influencer. Uno più stronzo dell’altro. C’è tutta Milano ai raggi X, analizzata in una pagina Instagram (con tanto di e-commerce) le cui autrici vogliono restare nell’anonimato. E poi dite agli altri, non pronunciate nemmeno i vostri nomi, allora un po’ stronzi lo siete anche voi. “Beh, sì” la loro risposta. Semplice e diretta. Adoro.
Probabilmente girano per la città, forse per Porta Venezia – quartiere di stronzi, neanche a dirlo – con parrucche, grossi occhiali neri e una mascherina davanti al volto per non farsi riconoscere. Un po’ come Myss Keta, l’artista milanese conciata così e finita nel mirino della pagina come una sorta di divinità da venerare. “Alle volte vorrei essere M¥$$ KETA poi mi ricordo che lei è Vuitton e io Carpisa“. Perfetto.
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L’idea della pagina è nata quasi due anni fa – ci raccontano. Nasce dalla noia, dalla frustrazione e dall’accumularsi di tutte le batoste che ti regala Milano se sei giovane, povero e magari forestiero. Ciò che alimenta la pagina, ma anche le nostre vite, è che amiamo lamentarci. Inizialmente è nata l’idea del format per il testo, poi abbiamo incontrato la ragazza che disegna gli stronzi e ci si è accesa la lampadina. Da lì abbiamo creato l’account e iniziato a postare più o meno frequentemente su Instagram e su Facebook.
Insomma, vi siete tolti un po’ di sassolini dalle scarpe.
Sassolini? Ci siamo tolti dei gran macigni, anche se non diciamo niente di più di quello che non sentiresti a un aperitivo con noi. Non ci facciamo dei grandi problemi a dire quello che pensiamo.
Si è mai offeso qualcuno? I vostri post, al contrario, sono tutti pieni di like e di commenti positivi.
In realtà le persone non si sono molto offese, anzi, spesso ci fanno richieste o ci ringraziano per aver scritto di loro. Pensiamo che a chi ci segue piaccia essere incluso nella pagina. Noi scriviamo con sarcasmo e ironia e non per offendere. Pensiamo che questo sia percepito da chi ci segue, le prime che deridiamo siamo noi stesse.
Ridete di voi e di persone, locali e vie di Milano. Non si salva proprio niente della nostra città?
Milano è la città più open minded in Italia. Permette di esprimerti come vuoi e di fare quello che ti pare, sia per quel che riguarda il lato personale, sia dal punto di vista lavorativo. I giovani hanno più spazio e opportunità di crescere. Il fatto che sia una città competitiva e piena di stronzi ti fa svegliare e ti fa rimanere concentrato sui tuoi obiettivi personali. Diciamo che nonostante i lati negativi, come i prezzi degli affitti, non è così male stare qua.
Cosa bisogna fare – o chi bisogna essere – per finire sulla vostra pagina?
Niente. Esistere e magari incontrarci, avremo sicuramente una parola dolce nei tuoi confronti.
Di sicuro non la scrivete, però, tra i vostri copy. Ci sono riferimenti studiati, un concept, anche grafico, ad hoc. Dietro a ogni stronzo c’è uno studio ben preciso. Un giorno uno di voi si sveglia e ha l’illuminazione: quello è uno stronzo, postiamolo… poi?
Quando ci sentiamo ispirate e ci va di scrivere lo facciamo. Avendo un senso critico molto sviluppato alla fine troviamo sempre qualcosa di cui lamentarci. Dal testo poi nasce il disegno, che ha il compito di riassumere al meglio tutta la stronzaggine del post. Ci confrontiamo sempre su cosa e come scrivere e come disegnarlo, collaboriamo molto tra di noi. Cerchiamo però di mantenere tutto il processo creativo spontaneo e divertente prima per noi e poi per gli altri, motivo per il quale postiamo quando possiamo.
Non c’ho capito niente.
In sintesi non lasciamo nulla a caso ma facciamo tutto a cazzo.
Qualche spoiler sui futuri post?
Amo, no.
Stronzi, appunto.
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