“La fine dell’enfasi ‘estiva’, dunque la stagione invernale che arriva, sarà per noi tutti il banco di prova”. Duccio Cantini ha le idee chiare e lo spirito critico di chi svolge il proprio lavoro con infinita passione e le novità non vede l’ora di viverle. O di proporle.
Cantini è colui che sta dietro a tanti format e party nati in questi anni da Circo Nero Italia. Il progetto, creato nel 2007 con l’intento di riunire in un concept nuovo personaggi e performer diversi, proprio come accade nel magico mondo circense, è reduce da un’altra estate di successi in giro per l’Italia.
Spesso, durante la stessa notte, si divide tra locali diversi, con le sue declinazioni Circo Nero Classic, Circo Nero Revolution, Los Hermanos e il più recente Matador. Circo Nero Italia rimane la casa madre di tutti i party / format.
L’essenza dello show evolutivo
“Non metteremo mai in piedi spettacoli di semplice intrattenimento con qualche bella performance d’impatto a fare da cornice”, racconta spesso Duccio Cantini.
”Circo Nero Italia è e sarà sempre uno show evolutivo, ricco di emozioni e ispirato ai grandi spettacoli internazionali. Cerchiamo sempre di alzare l’asticella della bellezza e del coinvolgimento emotivo per portare il pubblico, per una notte, in altri mondi… siano essi interiori, inferiori o superiori.”
È un vero piacere poter leggere le parole di Duccio Cantini, tra i pochi addetti ai lavori che abbia il coraggio di parlare di crisi, anche di crisi di idee.
Per questo il suo Circo Nero Italia è davvero un party di successo: per Halloween 2022 gli eventi con gli artisti di questo collettivo sono stati addirittura 6: 5 party in disco e un altro in un bel bar / ristorante, tra Toscana, Piemonte e Calabria. Che dire di più? Buona lettura.
Dopo 2 anni di stop dovuto alla pandemia, cos’è migliorato nel mondo della notte e cosa invece è rimasto uguale?
“Il mondo notturno era in crisi prima della pandemia, è importante non dimenticarlo. Con la ripartenza c’è stata una sorta di accelerazione, è come se si fosse creata una bolla, un effetto illusionistico che ha momentaneamente incantato gestori, proprietari, direi tutti gli addetti ai lavori.
In realtà i problemi sono sempre lì, ben nascosti sotto il tappeto. In realtà è come se fossimo sempre al punto di partenza”.
Come sono mutati i gusti di chi va ballare e di chi ascolta musica elettronica?
“Parlerei di due correnti ben distinte, che raramente si intersecano. La musica elettronica sta diventando sempre più di nicchia e, per certi versi, non è semplice trovare club in cui si ascolta solo questo tipo di sound, grandi o piccoli che siano.
Il capiente mare magnum di urban, trap e reggaeton rappresenta “l’orribile” mainstream, e quello che sentiamo in radio ormai corrisponde con ciò che si balla in discoteca. A differenza di qualche tempo fa, quando alcune differenze c’erano. Da questo punto di vista c’è sempre più omologazione.
E il pubblico giovane in disco vuole sentire la hit del suo artista preferito. In altre parole, la musica urban è diventata ciò che un tempo veniva definita ‘commerciale’”.
Raccontaci come si svolge ed in cosa consiste uno show del Circo Nero…
“Ci reputiamo un ingrediente nel cocktail della serata. A noi piace interrompere il dj, per creare delle onde, attraverso delle esibizioni. Oltre all’animazione, ci piace mettere in scena uno show vero e proprio, che sia quello della nostra cantante, quello dei giochi di fuoco, e via dicendo.
Cerchiamo di dare sempre un qualcosa in più, in modo tale che il pubblico a casa torni soddisfatto di ciò che ha visto e sentito. La nostra missione è la soddisfazione dei sensi dello spettatore. Un’esaltazione della notte, dove l’empatia col pubblico è fondamentale”.
Manca quel pizzico di folla oggi in discoteca?
“Indubbiamente. Subiamo una omologazione alla stregua di quella musicale, di cui parlavo prima. C’è poca voglia di rischiare, anche solo per una sera. L’esigenza è sicuramente quella di contenere le spese, in modo tale da recuperare le perdite economiche subite durante gli anni della pandemia.
Ciò però non giustifica la mancanza di creatività, la pigrizia che non fa osare. Proprietari e gestori non accettano input diversi dai soliti”.
Dunque quello che auspichiamo è un risveglio artistico…
“Me lo auguro, ad ogni livello. Nella discoteca, secondo me, non esiste solo il dj, o meglio il top dj. Ci sono l’animazione, le luci, un buono staff di barman e la sicurezza. Un risveglio artistico dovremmo tutti immaginarlo e desiderarlo anche su questo fronte”.