Imprenditrici, barladies o celebrity chef: Milano è delle donne. In occasione dell’8 marzo abbiamo scelto i tre nomi femminili che più ci hanno colpito tra i tanti intervistati. Ci hanno raccontato la loro Milano, sensuale e internazionale. In altre parole, the place to be
Milano è delle donne. Quelle che hanno contribuito a fare grande la nostra città e quelle che ne sono diventate (e lo sono tutt’ora) un simbolo. Donne di ieri che qui hanno lasciato un segno (sapete che all’interno della Pinacoteca Ambrosiana è conservata una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia? Una sorta di reliquia, una passione feticista e porta fortuna dell’epoca, conservata in una teca di vetro, ancora morbida e lucente. Si racconta che ancora oggi il suo spirito, di notte, se ne prenda cura). E donne di oggi, nate a Milano, fortemente legate al loro quartiere. Oppure che hanno scelto la città perché, semplicemente, ne hanno sentito il richiamo. E come dare loro torto.
In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, abbiamo scelto tre protagoniste – donne, naturalmente. Tre fra le tante che noi di Milanodabere abbiamo intervistato. Ci ha colpito il loro legame con la città, un amore che traspariva anche solo dal tono di voce quando ci raccontavano la loro Milano.
La Signora dei Navigli
“Se Milano fosse un vino sarebbe un Pinot Nero della Borgogna” ci racconta Maida Mercuri, storica proprietaria del ristorante Al Pont de Ferr, Signora dei Navigli (leggi qui l’intervista completa). “E sai perché? Te lo spiego: si parla di un prodotto già buono quando lo imbottigli e che tende a migliorare con il passare degli anni. Ecco Milano la vedo così: oggi bella ragazza e sensuale, fra vent’anni splendida donna, raffinata ed elegante“. Una città che “Attira il meglio della ristorazione. Non c’è chef pluristellato che manca all’appello. È devota al consumismo ed è sempre affamata di novità. I ristoranti e locali nascono a una velocità pazzesca“.
L’iconica mixologist
Milano è delle donne e “Milano is the place to be“. Parola di Terry Monroe, una delle migliori mixologist sulla piazza milanese. È stata Milano – che definisce “Un groviglio di razze e culture” – ad aver consacrato la barlady dietro il bancone, oggi icona dell’Opera 33, cocktail bar in via Farini 33 (qui la nostra intervista completa). “A Milano si creano mode e tendenze. La Milano da bere non è mai del tutto tramontata, ma vive e lotta insieme a noi. Certo è cambiata rispetto a quel passato, oggi è straordinariamente all’avanguardia. Io ho girato molto per lavoro, ma non potrei esercitare la mia professione se non all’ombra del Duomo“.
La celebrity chef internazionale
“Milano è l’unica metropoli autenticamente internazionale di questo Paese“. A dirlo a Milanodabere è un’altra donna, la celebrity chef indiana Ritu Dalmia (qui la nostra intervista completa) del ristorante Cittamani in piazza Carlo Mirabello 5, il primo ristorante indiano gourmet a Milano e in Italia (accanto a Ritu, un’altra donna, la giovane resident chef Shivanjali Shankar). Da Nuova Delhi alla Madonnina, perché “Milano è sicuramente la città dove investire, perché è l’unica metropoli autenticamente internazionale di questo Paese e una cucina come la mia può essere ‘compresa’ solo in una città cosmopolita“.
E per brindare…
Avevamo ragione, dunque, a sostenere che Milano è delle donne. Decise, carismatiche, simbolo di una città che È proprio bella, amico mio, e qualche volta c’è bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue tentazioni (Giovanni Verga). A proposito di tentazioni. Concludiamo con un cocktail, creato per noi da una donna, ça va sans dire. Lei è Diana Feret, barlady del White Rabbit, secret speakeasy della città. Non possiamo rivelare dove si trova, possiamo, però, riprodurre il drink – nel video di seguito – per fare un brindisi. Tra gli ingredienti: lamponi, Roku Gin from Japan, limone, granatina, liquore alle rose. Santé.