I luoghi insoliti di Milano, angoli di una città tutta da scoprire che non ti aspetti e che non tutti conoscono. Ecco i nostri preferiti
Orecchie giganti, cartoni animati, quartieri arcobaleno, igloo (realmente abitati) così, in mezzo alla strada: sono i luoghi insoliti di Milano, quelli che se li vedi non ci credi, angoli di una città che non ti aspetti e che non tutti conoscono.
Ecco i nostri 5 preferiti, e no, non ci sono i soliti fenicotteri rosa di Villa Invernizzi, belli eh, ma si sa già, dai, possiamo essere così banali? Prendete nota e lasciatevi stupire.
Il quartiere arcobaleno
Rosso, rosa, blu, azzurro, giallo, no, non sono i Power Rangers, non sono nemmeno gli orsetti del cuore, sono i colori del villaggio operaio di via Lincoln, in zona Cinque Giornate. Tra i luoghi insoliti di Milano, questo quartiere è uno dei più divertenti e originali.
Si tratta di un quartiere giardino che ricorda un po’ Murano, nato alla fine dell’800 e inizialmente destinato ai lavoratori della vicina Porta Vittoria. Con il tempo, gli abitanti di quelle case hanno cominciato una vera e propria sfida al colore più bello della propria abitazione. Il risultato? Un instagrammabilissimo effetto #rainbow.
Le case igloo
Siamo in Via Lepanto, a nord-ovest di Milano, nel Villaggio dei Giornalisti: le case a forma di igloo (realmente abitate) un tempo erano 12, oggi sono 8. Risalgono al 1946, quando l’ingegnere Mario Cavallè ebbe l’intuizione di costruire abitazioni a pianta circolare. Sette metri e mezzo di diametro, una cinquantina di metri quadri all’interno, due piani per ogni igloo di mattoni.
Dagli Inuit ai puffi: tempo fa, nello stesso quartiere, si trovavano delle case ancora più strane, a forma di fungo, con tanto di gambo e cappella a pois, proprio come il villaggio di Grande Puffo. Di queste resta soltanto qualche foto d’epoca perché negli anni Sessanta vennero distrutte. Sarà stato Gargamella? (Scusate, mi è venuta così).
Che orecchio gigante che hai
Tra i luoghi insoliti di Milano da scoprire, c’è una strana scultura che si trova al numero 10 di Via Serbelloni (zona Palestro), in un palazzo chiamato Ca’ de l’Oreggia: casa dell’orecchio.
L’orecchio gigante di bronzo dello scultore Adolfo Wildt è stato installato proprio qui negli anni Venti e fungeva da citofono. La statua di 70 centimetri era collegata con l’ufficio del portiere del palazzo, in modo che i visitatori potessero annunciarsi sussurrando il loro nome. All’orecchio, naturalmente.
Il magico San Satiro
Nascosta in una traversa di Via Torino, la Chiesa di San Satiro custodisce al suo interno una vera magia. Entrate e scoprirete subito un’illusione ottica, progettata da Donato Bramante nel 1480, che fa sembrare profondo nove metri uno spazio che in realtà misura poco più di 90 centimetri. Sembra che ci sia un’abside infinita, ma dietro la chiesa c’è una strada e se questa non si può realizzare, ecco un perfetto trucco architettonico che lascia a bocca aperta.
Carissimo Pinocchio
Ci sono il gatto, la volpe, Pinocchio – già bambino – che osserva un burattino. Non siamo nel Paese dei Balocchi ma in Corso Indipendenza, davanti a La Fontana a Pinocchio, una fontana ornamentale con l’opera di Attilio Fagioli. Una fontana oggi inattiva, nei giardini-retrobottega di molti negozi prefabbricati, ma davvero curiosa. Con tanto di frase incisa, a tema, del poeta Antonio Negri:
Com’ero buffo quand’ero un burattino! E tu che mi guardi, sei ben sicuro di aver domato il burattino che vive in te?