Nido di Vipere è la storia di una donna lesbica milanese commissario di polizia trasferita a Roma deve risolvere un doppio omicidio. Un’indagine che ha inizio in una fredda notte di dicembre e che le insegnerà il valore della giustizia
Flaminia P. Mancinelli è un nome che potrebbe non dire molto ai più, ma a Roma insieme a Marinella Zetti era comproprietaria della libreria Gaby, un luogo di riferimento anche per la comunità LGBT della città capitolina. Si definisce una giornalista di professione e una scrittrice nella pratica e ha da poco pubblicato Nido di Vipere: Giulia Magnani e l’omicidio dell’antiquario. Un romanzo che si può definire un polar, termine coniato dai francesi come unione di poliziesco e noir. Autopubblicato, è disponibile su Amazon in versione digitale e cartacea.
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Serpi in seno
Nella notte di Natale scoppia un incendio in un negozio di antiquariato. Al sopralluogo vengono trovati i cadaveri di due uomini: il proprietario Annibale Lotti e Kamil Kaya, turco e suo socio in affari. Incaricata dell’indagine è la donna commissario Giulia Magnani, che già alla prima pagina ci riferisce di essere lesbica.
Perché questi due uomini sono stati uccisi e chi trarrà vantaggio da questi omicidi? Altri delitti inspiegabili si verificano rendendo ancora più complesso il suo compito.
Dopo i primi accertamenti della scientifica e del medico legale, Giulia inizia a cercare il colpevole tra le persone vicine all’antiquario, amici e familiari. Una teste descrive tutto l’ambiente come “un nido di vipere”, e ben presto lei non potrà che condividere quest’opinione: tra i figli del defunto, infatti, sembra che il sentimento più diffuso sia l’odio. Un sentimento che non risparmia neppure la vedova.
#IoRestoACasaELeggo
Le difficoltà del lavoro si sommano a un periodo complicato per la protagonista, che reduce da un divorzio (è arrivata tardi non solo ad accettarsi ma anche a fare coming out) si è trasferita dalla questura di via Fatebenefratelli al commissariato della famosa piazza Pasquino in pieno centro storico di Roma. Di fronte alla svolta finale delle indagini, Giulia Magnani dovrà infine fare anche i conti con la propria coscienza di donna e di poliziotta.
E in questo periodo complesso l’autrice condivide non solo la raccomandazione di restare a casa ma di adottare l’hashtag, valido sempre, #IoRestoACasaELeggo.
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