Cento anni fa nasceva Tom of Finland, uno dei più grandi artisti gay del ventesimo secolo
Touko Valio Laaksonen nacque l’8 maggio 1920 a Kaarina, una piccola città nel sud-ovest della Finlandia. All’età di 19 anni si trasferì nella capitale Helsinki per studiare pubblicità, professione che fino all’inizio degli
anni Settanta sarà la sua rispettabile facciata sociale. Di nascosto, e inizialmente per il proprio appagamento
personale, dagli anni Quaranta l’artista iniziò a realizzare disegni omoerotici che dalla fine degli anni Cinquanta iniziò a pubblicare negli Stati Uniti sotto lo pseudonimo di Tom of Finland.
Se caratteristico dei suoi uomini è essere molto virili, indossare delle uniformi, portare stivali o essere vestiti in pelle, rivoluzionarie furono le raffigurazioni del desiderio gay di maschi emancipati e felici
Le immagini delle spensierate fantasie di Tom of Finland contribuirono, infatti, a cambiare l’idea dell’omosessuale da sempre visto e raffigurato come effeminato, e lo stigma che ne derivava. Adesso in molti paesi sono in vigore il matrimonio egualitario o le unioni civili e leggi contro l’omotransfobia. Ai suoi tempi, però, l’omosessualità era considerata una malattia mentale, non era ben capita dalla società in
generale, e si poteva finire in prigione o in manicomio.
Nelle riviste americane fu solo all’incirca dal 1964 che fu legale mostrare uomini che hanno un contatto fisico
in modo affettuoso. Si poteva mostrarli mentre lottano virilmente o che si picchiano ma non che si abbracciano. In Finlandia l’omosessualità sarà depenalizzata solo nel 1971 e questo comportò che Touko e Tom furono come due persone differenti. Il primo non faceva coming out pubblicamente e l’altro prendeva seri rischi se scoperto.
L’arte di Tom of Finland quindi trasmise a tante persone un messaggio positivo di accettazione del proprio orientamento in anni segnati da repressione sociale, culturale e anche legale. Per questo la vastità della sua influenza sulla cultura gay, e su quella popolare, è incommensurabile. Paradigmatico il video dei Queen di Crazy Little Thing called Love, in cui Freddie Mercury rende omaggio alla sua estetica.
Usando varie tecniche ci ha lasciato più di 3500 lavori, di cui i più famosi sono quelli a matita o inchiostro e
penna. Di recente però si sta scoprendo che la sua opera completa presenta aspetti non ancora pienamente
valutati come la fotografia. Suoi disegni adesso sono presenti nelle collezioni permanenti di istituzioni come il Museum of Modern Art di New York e le poste finlandesi gli hanno dedicato un’emissione di francobolli. Il giusto riconoscimento di essere stato uno dei più importanti innovatori visuali del ventesimo secolo.
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