29th

Novembre

La città del futuro

Nasce un nuovo progetto per l’area Expo di Milano, che finalmente sembra avere la sua nuova identità, dopo i fasti della kermesse espositiva del 2015 e le false promesse di diventare sede unica dell’università e dello stadio di Inter o Milan.

L’area si prepara ad ospitare la città del futuro, un mix di funzioni pubbliche e private, grazie a LendLease, una public company australiana che promette di rinnovare il sito per farne un luogo di nuova concezione.

LA GEOGRAFIA DEL PROGETTO

Nella parte a Nord Est ci sarà il campus dell’università Statale di Milano, che qui sposterà le sue facoltà scientifiche. Palazzo Italia sarà invece una delle sedi dello Human Technopole, il centro di ricerca sostenuto dal governo che vede un finanziamento di circa 150 milioni all’anno, per dieci anni, e dove sono attesi ricercatori da tutto il mondo.

Un'immagine del progetto per l'area Expo

Un’immagine del progetto per l’area Expo

A fianco di Palazzo Italia, a ovest, sorgerà il nuovo ospedale Galeazzi, che ha da poco vinto un appalto da cinquanta milioni per trasferirsi nell’area. Il resto sarà una combinazione di aziende, in particolare del settore farmaceutico.

AMPIO SPAZIO AL GREEN

Tra queste strutture è prevista anche la presenza di molto verde: per esempio lungo la strada del Decumano, che unisce l’entrata a est con quella a ovest del sito, dove ci sarà un parco lineare, una strada fatta di alberi e percorsi verdi, e tutto intorno alberi – ne saranno piantati tremila nuovi – che cresceranno come in un circuito. Ci saranno inoltre quattromila metri quadrati di vasche di depurazione, altrettanti di specchi d’acqua e quattro chilometri di nuovi percorsi ciclabili.

Altra novità importante è l’utilizzo esclusivo di auto elettriche per spostarsi all’interno dell’area. In mezzo alle aziende sono previsti infine anche trentamila metri quadrati di housing sociale, a completare quella che, a tutti gli effetti, sembra voler diventare una vera città del futuro. A firmare la parte architettonica è lo studio Ratti di Torino, per un progetto il cui compimento definitivo è preventivato nel giro di dieci anni.

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