La vendemmia dello Champagne è risultata di ottima qualità e la resa superiore alle attese. Il tutto grazie a condizioni meteorologiche molto favorevoli
Lo Champagne che recherà sull’etichetta la stagione 2018 sarà di assoluto valore. La vendemmia che si è conclusa alcune settimane fa promette infatti bollicine scintillanti. Una raccolta definita come ‘fuori dalla norma’. A sostenerlo con tono trionfante è stato il Comité Champagne, la principale associazione delle bollicine francesi, con sede a Epernay che riunisce i viticoltori delle principali Maisons dello Champagne.
Il 2018, quindi, ha espresso un processo di vinificazione che, in alcune cantine deputate alla produzione di questo pregiato vino, è iniziato ben prima del previsto. Già il 20 agosto in alcuni terroir più precoci, si è dato inizio al taglio dei grappoli di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, le tre uve che compongono il pregiato vino di Francia. Inoltre, per gli amanti della statistica, è la quinta volta in questi ultimi quindici anni che la vendemmia debutta ad agosto.
Un tempo ottimale: pioggia d’inverno, sole in primavera
L’inizio anticipato è stato causato dalle ideali condizioni meteorologiche. Inverno piovoso, a cui ha fatto seguito una primavera che, da aprile, si è caratterizzata da soleggiamento e temperature superiori alla media. Due situazioni climatiche che hanno, dunque, favorito l’evoluzione del vigneto, la fioritura e la successiva maturazione dell’uva. La raccolta ha portato a una produzione elevata, con una resa commerciabile di 10.800 kg per ettaro, registrata in quasi tutte le zone del territorio di pertinenza dello Champagne. L’abbondanza, per di più, avrà anche benefici sulle riserve. Vignerons e Maisons potranno accantonare vini. Cosa spesso gradita, soprattutto se in futuro ci dovesse essere una stagione fortemente penalizzata da avverse condizioni del clima.
Ci si prepara quindi a bere un ottimo Champagne. Per la gioia anche di molti italiani. Il nostro paese, infatti, si dimostra molto affezionato alle bollicine d’oltralpe. Gli ultimi dati, relativi al 2017, hanno evidenziato una crescita del numero di bottiglie importate nel paese (+11,1%). Da noi, per capirci, arrivano ogni anno oltre 7 milioni di bottiglie. Soltanto due anni fa erano meno di cinque. Un picco che ha permesso all’Italia di entrare nella top five dei maggiori bevitori di Champagne al mondo. E a contribuire a questo successo ha giocato un ruolo strategico anche il pairing con il cibo (scopri come abbinare alle bollicine francese clicca qui).