Prima della guerra numerosi toscani arrivavano a Milano per aprire luoghi di ristoro e li chiamavano “Cibi cotti”, una sorta di rosticceria o trattoria economica. Spontini nasce così, diventando poi nel ’53 la Pizzeria Spontini, nell’omonima via al numero 4, una traversa di Corso Buenos Aires. Qui, si poteva comprare e portar via il trancio di pizza al pomodoro, solo in questo gusto, la cui ricetta era ispirata alla focaccia siciliana, ma alleggerita dei sapori forti tipici. Concepita come un takeaway, era arredata solo con una mensola d’appoggio in una piccola stanzetta, senza tavoli né comfort. In breve, il gusto Spontini diventò quasi un marchio di qualità perché il concetto di monoprodotto favorì un’alta specializzazione.
UN SAPORE INCONFONDIBILE – Alta, soffice, gradevole, doppiamente cotta al forno a legna e condita solo con olio di oliva extravergine (che, con il calore, sfrigola nella teglia e frigge lo strato inferiore), pomodoro, mozzarella, origano e poche alici. Oggi la pizza al trancio di Spontini è considerata la più buona di Milano e dintorni, lo rivelano da sempre i numerosi articoli giornalistici, i blog dove si parla della sua fragranza e del suo sapore inconfondibile e lo ha rivelato la lunga fila di persone composte e intrepide all’inaugurazione del secondo punto Spontini, a fine ottobre in viale Papiniano 43, stessa filosofia, stessa bontà. Si, perché nel frattempo le generazioni si sono susseguite apportando alcune piccole modifiche, ma Spontini è rimasto un gioiello di famiglia, da 30 anni e più gestito da Massimo Innocenti.
MORDI E FUGGI – Le sedi di via Spontini e di viale Papiniano sono più grandi rispetto al takeaway del ’53, più rumorose e hanno i tavoli per mangiare seduti, ma attenzione a non intrattenersi troppo. E se non ci si alza al volo dopo l’ultimo boccone ci pensano i camerieri, simpaticamente, a far liberare i posti.
UN GUSTO, DUE GRANDEZZE – Niente varianti da Spontini né patatine fritte: solo pizza al pomodoro e mozzarella, leggera, senza troppo olio e se si è fortunati capita pure un pezzetto di alice a insaporire il trancio. Si può scegliere tra due grandezze: la piccola costa 4,50 euro e la grande costa 5 euro. Da bere birra piccola, 3 euro, e grande 4 euro, oltre naturalmente a bibite e vino.