Il segreto di un buon whisky sta tutto nell’attesa. Un’arte che in Scozia, dove questa ‘acqua della vita’ è orgoglio e tradizione, i maestri distillatori conoscono molto bene. Nelle distillerie incastonate tra i suggestivi paesaggi delle Highlands, ancora oggi il single malt, il whisky di puro orzo maltato prodotto dalle singole distillerie, lavorano con la stessa tecnica e saggezza da oltre 600 anni.
LA SCOZIA È UNA TERRA MAGICA
Prima di essere imbottigliato, lo spirito distillato deve maturare per lunghi anni in botti di quercia americana o europea. In Scozia, bere single malt è uno stile di vita. Rispetto ai blanded sono spiriti da meditazione, che vanno consumati con lentezza. Si fanno amare per il carattere deciso e forte, per il senso della storia che esprimono, per la natura estrema e vergine scozzese contenuta in ogni singolo sorso.
L’isola di Skye offre paesaggi estremi fuori dal tempo
NELLE PIÙ FAMOSE DISTILLERIE DOVE NASCE LO SCOTCH WHISKY
Per gli appassionati, l’itinerario che risponde a tutte le aspettative di un viaggio di spirit in terra di Scozia, è quello che collega Aberdeen a Inverness, nello Speyside, sul versante nord orientale delle Highlands settentrionali. In questa regione, chiamata il ‘giardino di Scozia’ per la particolare abbondanza di corsi d’acqua, si concentra il maggior numero di distillerie. Si incontrano lungo la cosiddetta “malt whisky trail”, strada che collega alcune delle più pregiate distillerie dove nascono i single malt: Cardhu, Cragganmore, Glen Elgin, The Singleton of Dufftown.
Dal 1830 Talisker distilla il più sorseggiato single malt nel mondo
Lo spirito più autentico, però, quello che nasce dalla natura più aspra della Scozia si scopre sulle isole, tra i fiordi nella frangia costiera nord-occidentale. Da Inverness, lungo la strada che costeggia il misterioso Loch Ness e passa per il celebre castello di Eilean Donan, set di film da “Highlander” a James Bond, si arriva sull’isola di Skye, la più grande delle Ebridi Interne.
Una terra magica, dolce e selvaggia, che i celti chiamavano l’isola alata, i vichinghi l’isola delle nuvole, e il cui nome in gaelico significa isola nebbiosa. La natura è estrema, e fuori dal tempo si attraversano distese di pascoli e cottage, scogliere aspre e fiordi, i firths. Gli elementi della natura entrano prepotenti nel single malt prodotto da Talisker, l’unica distilleria presente sull’isola.
Lo spirit safe, la “cassaforte dello spirito”
Adagiata sul Loch Harport, a Carbost, dal 1830 distilla il più sorseggiato whisky di singolo malto nel mondo, apprezzato per il suo carattere forte e torbato. I master distillers di Talisker devono aspettare da un minimo di 10 anni fino ai 30 per imbottigliare il prezioso distillato: dal Talisker 10 anni (invecchiato in botti di quercia americana) al Talisker 18 anni, dalle note di liquirizia, frutta secca e vaniglia, e il Talisker 30 anni, cremoso. Si beve anche a tavola.
“Pasteggiare con single malt, magari allungato con un goccio di acqua naturale, per stemperare la gradazione alcolica, in Scozia è una tradizione” afferma il distillery manager di Talisker. Si abbina perfettamente anche ai piatti di pesce pescato al largo delle coste, nell’Oceano Atlantico. “Il whisky è molto più di un semplice distillato. E’ come la magia dei paesaggi scozzesi, in costante mutamento. Bere un bicchiere di single malt, significa sorseggiare l’anima più autentica della Scozia e i prodotti della sua terra: l’orzo, l’acqua, fra le più pure, la torba, la potenza della sua natura, fra terra e mare, da sempre una dura quanto appassionante sfida per l’uomo” afferma l’esperto di whisky Dave Broom.
La natura aspra e selvaggia di Skye
Lasciata Skye, il viaggio nel cuore dell’oro di Scozia passa necessariamente per Islay, l’isola all’estremo sud delle Ebridi interne (si raggiunge in aereo da Glasgow in poco meno di un’ora). È il regno della torba e del Lagavulin: dal 1816, la maggiore delle distillerie presenti sull’isola. L’intenso carattere di questo whisky nasce nella vicina Port Ellen Maltings, storica azienda per il maltaggio dell’orzo: nei suoi forni, il cereale fatto germinare viene essiccato con la torba di cui l’isola è particolarmente ricca. I master distillers lo lasciano macerare in vasche di acqua bollente da cui ottengono il ‘wort’, liquido zuccherato.
Dopo una fermentazione di massimo 75 ore, il wort si trasforma in ‘wash’, un liquido dal basso contenuto alcolico, pari all’ 8-9%, che arriva al 65% al termine della doppia distillazione, attraverso i giganti alambicchi di rame. Il nuovo spirito così distillato viene fatto riposare in botti di quercia.
Islay è nota come l’isola del whisky e della torba
Islay è nota come l’isola del whisky, per l’alta concentrazione di distillerie. Una delle più stimate nell’industria mondiale degli spirit è sicuramente l’iconica Port Ellen, a qualche miglio di distanza dalla distilleria di Lagavulin. La sua fondazione risale al 1825, e il suo scotch è diventato oggetto di culto e di desiderio per i collezionisti soprattutto dopo la sua chiusura, nel 1983. Dopo 34 anni, la distilleria ‘perduta’ tornerà in attività entro il 2020 dopo una totale ristrutturazione grazie a Diageo, società leader mondiale nel settore dello Scotch whisky, che ha investito nell’antico stabilimento produttivo.
Fondata nel 1816, Lagavulin è la principale distilleria di Islay
L’operazione coinvolge anche un’altra storica distilleria, quella di Brora, nella remota costa est del Sutherland. Fondata nel 1819 e chiusa definitivamente nel 1983, insieme a quella di Port Ellen è rinomata per l’eccezionale qualità dello scotch prodotto, tra i più desiderati dagli appassionati e collezionisti di whisky. Che ora potranno tornare a gustare grazie alla rimessa in produttività della distilleria, prevista entro il 2020.