20th

Ottobre

Short Formats

SHORT FORMATS – Il Festival Short formats the invisible power kit, offre una grande varietà di spettacoli, tutti ugualmente innovativi e sperimentali. Il 18 Ottobre con replica il 19, sul palco sono stati rappresentati Pupidda ou l’èxile, Lo spazio accessibile e Audience with solo a fiction of democracy. Tre spettacoli molto diversi fra loro, concettuali ma con alcune peculiarità molto singolari.

AUDIENCE WITH SOLO – E’ sicuramente quello che colpisce di più, è divertente e ironico, spiazza e conquista il pubblico. Nella performance di Vincenzo Carta è proprio il pubblico ad avere in mano le sorti dello spettacolo, nel corridoio sono esposte delle fotografie di vari costumi, ogni spettatore firma per quello che più gli piace, così avviene anche per la musica, cinque stereo con cinque musiche molto diverse fra loro. Carta entra in scena e la cattiveria dell’audience l’ha fatto vestire con una calzamaglia rossa e una coppola. Vi è poi una sessione di brainstorming per decidere cosa deve fare il performer, tra le idee, alcune molto strane: rappresentare l’aviaria, un duetto degli 883 o un tango. La scelta cade su un minuto d’amore con mia suocera. La musica dei Doors è perfetta e tra le risate generali il performer mima un rapporto sessuale con la vecchietta, coprendole prima la faccia con la coppola. Un’esibizione comica e surreale che dipende esclusivamente dal pubblico.

LO SPAZIO ACCESSIBILE – E’ una lotta danzante, i due ballerini sono due essenze che da sole non riescono a soppravvivere, devono raggiungere l’armonia ma il conflitto è sempre in agguato. A dei momenti di perfetta sincronia si alternano dispetti, provocazioni, per sconfiggere l’altro che sembra sconfitto e poi si rialza magicamente. un tentativo di conciliare due aspetti di sé, l’uomo e il danzatore e il loro modo di rapportarsi con lo spazio.

PUPIDDA – E’ il percorso di una donna verso l’esilio; nell’ambiente familiare i suoi movimenti sono ristretti e limitati, una volta trasferita i passi si fanno più ampi, entra nell’età adulta però resta l’inquietudine. Viene illuminata una bambola di zucchero, la Pupidda, che viene offerta nel giorno dei morti, mangiandola la donna si riappropria delle sue radici, e si libera.

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