È arrivato sugli scaffali digitali PRIDE Compilation Rework, la prima raccolta di canzoni a tema arcobaleno della storia italiana per ridarci la possibilità di vivere l’orgoglio sulle sette note
Nel 2005 Giovanni Dall’Orto, allora direttore della rivista PRIDE il mensile gay italiano, condividendo un’idea di uno dei collaboratori per gli articoli di musica, si attivò per realizzare la PRIDE compilation, la prima raccolta di canzoni a tematica LGBT della storia della musica italiana.
Si selezionarono brani famosi o talvolta inediti che non davano un’immagine negativa o totalmente infelice dell’omosessualità, tranne forse per l’angosciosa Quel che si dice di Charles Aznavour. Tra gli e le interpreti cui stava a cuore la tematica arcobaleno c’erano Ivan Cattaneo e Aida Cooper ma anche personaggi radiotelevisivi come Platinette o teatrali come Alessandro Fullin.
Il progetto prese concretamente vita grazie al DJ e produttore Andrea K che aveva i contatti con una casa discografica, decisamente coraggiosa per i tempi, disposta a realizzare e distribuire nei negozi il CD
Per rendere finalmente disponibile sulle maggiori piattaforme odierne di streaming quella raccolta, Andrea K ha rimesso mano ai vecchi master. Riadattando alcuni suoni per renderli più attuali. Così il progetto rinasce a nuova vita come PRIDE Compilation Rework, dando la possibilità anche alle nuove generazioni di scoprire una passione e una militanza che allora furono eccezionali.
Una vera sorpresa è L’elefante gay, canzone ammessa al concorso Ambrogino d’oro del 1984 (trasmesso su RAI 2 in diretta dal Palalido di Milano). Tuttora prima e unica canzone italiana per un pubblico infantile a tematica LGBT. Arrivò quarta in classifica e la cantava Erika Mannelli, una bambina di soli 7 anni. In una versione ancora più camp e trash, la ripresenta Platinette. Per ridere all’insegna del politicamente surreale, invece, L’invasione delle checche è l’imperdibile monologo fantascientifico di Alessandro Fullin.
Questi brani portavano alla luce un immaginario fino ad allora poco conosciuto in Italia, se non per via di episodi isolati. Come per esempio Valery di Alfredo Cohen (tra i primi attivisti del Fuori! Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), dedicato alla transessuale Valérie Tacchelli, che Franco Battiato e Giusto Pio trasformeranno nella celebre (ma eterosessuale) Alexanderplatz cantata da Milva.
Il tempo va e se nel 2005 la Spagna aveva appena approvato il matrimonio egualitario nel 2020 i
pride sono virtuali in tutto il mondo a causa del virus Covid-19. Per fortuna la buona musica, anche
quella LGBT, non conosce confini di spazio o tempo.