Non mi avete fatto niente. A dire il vero, ci hanno provato tutti a fare qualcosa, nei loro confronti, ma nessuno c’è riuscito: l’accusa di plagio, la sospensione per un giorno, il grande ritorno perché ‘il caso non sussiste’, i chiarimenti, la vittoria. Ecco la storia dell’ultima settimana di vita di Ermal Meta e di Fabrizio Moro – con cui abbiamo chiacchierato pochi minuti dopo l’ultima puntata del Festival, nel delirio dei festeggiamenti – primi classificati a Sanremo 2018 con la canzone-manifesto contro il terrorismo e dal titolo, appunto, Non mi avete fatto niente.
Inutile dire che l’argomento della settimana è stato il vostro presunto plagio…
Ermal Meta: “Ci siamo rattristati molto, ci siamo sentiti feriti e attaccati ingiustamente. Fortunatamente è andato tutto a posto, ci siamo capiti, questa vittoria lo dimostra”.
Qual è stata la vittoria più grande per voi? Il primo posto a Sanremo o il fatto di aver superato accuse come questa?
Fabrizio Moro: “Nessuna delle due: la vittoria più importante, per quel che mi riguarda, è stata quella di aver trovato un nuovo amico come Ermal. Abbiamo legato tanto, siamo molto vicini anche umanamente, non solo musicalmente. Sulle accuse, che dire, ora c’è talmente tanta gioia che non c’è spazio per altro”.
La vostra canzone affronta temi “da grandi”: parla del terrorismo e degli ultimi fatti di cronaca violenti accaduti nel mondo. Come si può far capire il messaggio racchiuso nel titolo, Non mi avete fatto niente, anche a un bambino?
Moro: “Sottolineando un concetto con una musica più leggera, senza appesantire troppo il testo. Come sempre, nella vita, la musica è un grande aiuto ed è con la musica che certi messaggi arrivano a chiunque, anche i più difficili. Ricordo la mia prima volta a Sanremo: gareggiavo con Pensa, affrontavo il tema delle mafie. Dopo questa canzone, cominciando a canticchiarla, i bambini hanno cominciato a conoscere la storia di Falcone e di Borsellino”.
Come si possono superare sofferenze come quelle che cantate nel brano?
Meta: “Quando si cade a terra, dopo, ci si può solo rialzare. Quando qualcuno ha sofferto, una parte di quella sofferenza se la porterà con sé per sempre, ma ogni volta che entra qualcosa, qualcos’altro se ne va: non riusciamo a contenere tutto. C’è sempre una piccola parte che resta lì, ma serve a diventare più forti, a rialzarsi”.
Domanda di rito: avete vinto Sanremo. Da regolamento, dovrete rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest a maggio, a Lisbona. Accettate?
Meta: “Voi lo volete? Noi sì, confermiamo!”.