Rapper alieno e tatuatissimo, anche in viso, Achille Lauro a Sanremo 2019 è tra gli artisti più chiacchierati. Per il duetto di Rolls Royce, al suo fianco, arriva Morgan. “Io un alieno? Affatto, vorrei tornare ancora”
C’è chi lo paragona a Vasco Rossi (sì vabbeh) ma Achille Lauro di spericolato ha solo l’aspetto. In realtà, tra un tatuaggio e l’altro – compresi quelli sul volto – l’autore di Rolls Royce è uno di noi. Sapete, vero, che il rapper maledetto prima di Sanremo ha inciso un feat. con Anna Tatangelo, in una nuova versione di Ragazza di periferia, uno dei brani più noti di Annarella nostra?
Affiancato dal suo beatmaker Boss Doms (un nome normale nemmeno per sbaglio) e insieme a Morgan nella serata dei duetti, l’underground-rapper, ma anche ‘samba-trapper sperimentalista’ (Eh? Boh) Achille Lauro a Sanremo fa discutere. “Faccio un nuovo rock’n’roll in chiave moderna” ci racconta. “È divertente, ci sembrava giusto dare a questo brano la vetrina che si merita”.
Non ti senti un po’ fuori luogo?
Affatto, anzi, sono contentissimo. Penso che Rolls Royce sia un brano di rottura e controverso ma allo stesso tempo adatto per un teatro. È per tutti. Sanremo è un posto super, c’è un’energia che mi stupisce, vorrei tornarci ancora.
Il pubblico ha reagito bene…
Spero di conquistarlo piano piano. Tutti si aspettavano da me chissà cosa, poi, nella seconda serata, ho visto che partecipavano tutti in sala. Nel panorama musicale ci sono cantanti rap che potrebbero fare questo percorso, altri che non sarebbero molto in linea. Noi qui siamo alieni, ma se ci pensi lo siamo anche nel rap e nel trap.
Ti ispiri a qualcuno in particolare?
Al filone ‘Twist & shout’ dei Beatles, a Elvis… te l’aspettavi?
Sì, vabbeh. Sei un appassionato di moda. Dimmi di più.
L’immagine è fondamentale per la carriera di un artista, ma la musica e l’immagine sono due cose separate. L’insieme fa la forza, certo, ma la bella musica ha la capacità di vivere da sola. Lo stesso Vasco a Sanremo era venuto con una magliettina e un jeansettino eppure oggi è la storia della musica italiana.
Nella tua musica, quanto c’è del personaggio e quanto del vero Achille Lauro?
Sono io, scrivo quello che penso. In un mio disco non ci sarà mai una coerenza perché le canzoni le scrivo a seconda di come mi sento quel giorno. Il personaggio è una leggenda che vorrei sfatare, i miei brani sono molto intimi e personali. All’inizio facevo fatica anche a parlarne, sono pezzi di me e io vivo tutto intimamente.
Nella serata dei duetti gareggi con Morgan.
Morgan, come noi, appartiene a un mondo nuovo. Volevamo una star al nostro fianco e abbiamo chiamato lui.
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