Le nuove forme di cena nell’era 2.0. Dal secret dinner al social eating
Ad Alghero in compagnia di uno straniero? No. A Milano, in una location segreta, con ospiti a sorpresa, a casa di uno sconosciuto o assieme ad assidui food-blogger. La cena ai tempi del 2.0 si fa casalinga, intrigante e smart. Ecco il nuovo abc per chi vuole provare un’esperienza conviviale fuori dagli schemi, seguendo le ultime gastro-tendenze con formule ormai consolidate. Parole d’ordine? Secret dinner, social eating e foodie geek dinner.
Dallo Speakeasy alla secret dinner
In principio erano gli Speakeasy, i locali sorti clandestinamente negli Stati Uniti durante gli anni del proibizionismo. Oggi c’è chi fa di segretezza virtù. È il caso di Lele e Melissa, alias Ma’ Hidden Kitchen Supper Club, due ragazzi che hanno deciso di aprire le porte del loro loft nel cuore di Milano alle secret dinner.
L’indirizzo è segreto e viene comunicato solo pochi giorni prima dell’appuntamento tramite mail. E così, due weekend al mese, cucinano per otto persone che non si conoscono e che si trovano a condividere lo stesso tavolo. Alternati dallo chef Andrea Sposini per le cene e le cooking class infrasettimanali. “L’idea è nata a San Francisco, stavamo cercando in rete un locale dove poter mangiare soul food. Siamo capitati su un sito che raccoglieva offerte di home restaurant e così siamo finiti a Oakland a casa di una famiglia creola a cenare in un garage con altri sconosciuti. Ci è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di replicarlo da noi”, raccontano.
L’identikit dei loro ospiti? “Hanno un’età media tra i 25 e i 45 anni, soprattutto donne e liberi professionisti che provengono dal mondo della comunicazione, del design e della moda. Ma tutti con la voglia di provare un’esperienza diversa dal solito”.
Ed è proprio il desiderio di andare oltre il concetto di ristorante tradizionale a decretare il successo di questa formula. “Si condividono spazi con tempi e modalità che permettono di staccare per qualche ora dalla frenesia milanese”, commentano. Curiosi? Date un’occhiata al sito, con tanto di decalogo sulla policy. La cena segreta ha un costo variabile a seconda del menu (sotto forma di donazione). E ricordate di portare una bottiglia di vino, proprio come quando si va a casa di amici: qui vige la regola del B.Y.O.B (Bring Your Own Bottle).
A casa, per un social eating
“L’idea nasce dalla volontà di diversificare il servizio di chef a domicilio, di avere un parere diretto delle persone e poter interagire con loro in situazioni meno formali”. A parlare di social eating è Stefania Corrado, giovane multitasking chef che si divide fra showcooking, corsi di cucina e pas-de-deux culinari in ristoranti amici, fra cui diversi stellati. Due volte al mese organizza all’Appartamento Lago di Brera le cene social per circa 30 persone. “Cucino davanti ai miei ospiti e spesso mi fermo a mangiare con loro: l’aspetto della convivialità è importante, le persone sono molto curiose e io spiego i piatti che possono preparare anche da soli”.
E così, si vive un’esperienza gastronomica diversa, all’insegna dell’intimità e della condivisione. “Alla gente piace perché è una novità, è un originale modo per conoscersi e i costi sono accessibili”, commenta Stefania. E propone golosi percorsi a tema, accompagnati dal cabaret, con piatti che vanno dall’antipasto al dolce (40 Euro vino incluso). Tutte le info si trovano sul suo sito e la prenotazione avviene attraverso il portale gnammo.com, una pentola d’oro (è il caso di dirlo) per chi cerca formule di cena non convenzionale. Sono sempre di più le persone e gli chef che aprono le porte di casa propria agli estranei, per vivere una serata-evento in pieno friendly mood: dal siriano che prepara specialità mediorientali in versione take-away alle amiche che sperimentano nuovi piatti sotto le stelle.
#online vs #offline
E ai tempi del 2.0, c’è anche chi ha trasformato in una assidua attività l’amore per la buona cucina. Esiste una vera e propria community di appassionati e food-blogger che si incrociano in rete attraverso tweet, post e foto golose pubblicate su tutti i social network. Come Francesca Gonzales aka La Gonzi (dal 21 giugno protagonista del programma tv The Cooking, su Real Time, accanto allo chef Davide Oldani), che assieme a Mariachiara Montera aka Maricler ha ideato la Foodie Geek Dinner. Ovvero? La cena offline per chi si conosce online.
Eventi itineranti che si svolgono nelle varie città d’Italia, coinvolgendo circa 80 persone tra addetti ai lavori e appassionati dell’area geografica interessata. Il tema? Viene lanciato di volta in volta e, sempre in rete, si decidono i piatti del menu in base ai like. Gli invitati sono 70, mentre 10 posti vengono riservati ad aspiranti foodies, selezionati a seconda della loro proposta per il dessert. Il dolce che riceve più like, ça va sans dire, viene scelto per la serata.
Le prossime tappe, dopo Torino, Milano e Modena, saranno Venezia e Roma. Ma come è nata l’idea? “Ci ha spinte la voglia di ritrovarsi senza troppi cliché. Ultimamente gli eventi food sono abbastanza monotoni (che non vuole essere una parola dispregiativa), ma per vincoli aziendali sono abbastanza uguali“, racconta Francesca. “L’idea è quella di far vivere le aziende e i prodotti in modo diverso, lasciando al cibo il suo giusto ruolo, che è quello di unire le persone”.
…non solo cibo
E quando hashtag come #foodporn impazzano sui social, la domanda nasce spontanea: perché la gente ha sempre più bisogno di condividere il food sul web? “È un momento leggero e spensierato in cui sdrammatizzi quello che succede ogni giorno, spesso tutti troppo presi da problemi e impegni”, commenta La Gonzi. E aggiunge: “E poi il cibo è bello ed è un grande patrimonio del nostro Paese: perché non farlo vedere a tutto il mondo?”. Come darle torto, gnam gnam.