Criticava la TV commerciale ma guardava il Drive In di Antonio Ricci. E poi ancora le sue muse, le stroncature o le “pare” per il paranormale che addirittura lo portarono a interrompere un film perché altrimenti sarebbe morto. Un viaggio nel pianeta Federico Fellini, tra le curiosità del genio del cinema italiano
“Era un instancabile lavoratore – racconta a Milanodabere.it Sandrocchia, Sandra Milo, a proposito del suo grande amore, Federico Fellini. – Lavorava sempre, era molto creativo e aveva un gran senso del dovere. Metteva tanta passione nelle cose“.
È molto più di un “semplice” regista – se si può definire semplice uno che ha collezionato, tra i tanti riconoscimenti, cinque premi Oscar per delle pellicole diventate topoi citati in tutto il mondo. La definizione più curiosa e azzeccata di Fellini ce la regala Fellini stesso, un artista di cui oggi, in occasione del centenario dalla nascita, si fa un gran parlare: “Ho sempre sognato di fare l’aggettivo“. Felliniano, infatti, (“fellinesque” in inglese) è qualcosa di surreale e di onirico, di gaudente e di amaro, un aggettivo comunemente utilizzato.
Dell’aggettivo Fellini, a Milano, è in arrivo una mostra a Palazzo Reale (dal prossimo 17 settembre) dal titolo 1920-2020 Federico Fellini. Un racconto, la prima che Milano dedica al regista. Un appuntamento che è stato anticipato lo scorso 20 gennaio, in occasione del giorno del suo compleanno, dal convegno Ricordiamo Federico Fellini, sempre a Palazzo Reale, tra numerose e prestigiosissime testimonianze. In attesa della mostra, in attesa di rivedere i suoi capolavori – impossibile non aver mai ammirato almeno una volta nella vita 8 e mezzo, Amarcord, La dolce vita – ecco dieci curiosità su Federico Fellini che fanno del genio un essere umano molto più vicino a noi di quanto si possa pensare.
Tutte le donne di Federico Fellini
Il regista italiano più famoso nel mondo e le sue muse. A cominciare da Giulietta Masina, sua moglie, con cui girò sette film e che gli diede un figlio, Federichino, morto poco dopo la nascita. Nonostante le voci di un flirt parallelo e durato diciassette anni con la svampita, burrosa, bellissima Sandrocchia, la Milo, per Fellini, la Masina era la rappresentazione dell’amore più puro e più autentico. “Sono nato il giorno in cui l’ho conosciuta“, ammetteva, fino al discorso con l’Oscar alla carriera tra le mani, una vera e propria dichiarazione per la sua Giulietta degli Spiriti. Era il 1993, pochi mesi dopo sarebbe morto lui e pochi mesi dopo ancora l’avrebbe raggiunto lei.
Impossibile non citare, ancora, tra le donne di Fellini, la sensuale Anita Ekberg, che ci fa vedere ancora oggi con occhi diversi la fontana di Trevi. E poi la fragile grazia di Claudia Cardinale oppure, ancora, la sinuosa Gradisca di Amarcord, l’affascinante Magali Noël.
Un regista “magico” e paranormale
Si dice che Fellini fosse particolarmente attratto dalla magia e dal fenomeno paranormale. Tanto da conoscere personalmente Gustavo Rol, uno dei più celebri sensitivi mai esistiti, che a Federico avrebbe spesso dato dei consigli.
Un uomo, mille passioni
Le donne, ok. Ma anche i fumetti: Fellini era grande fan della Marvel ed è stato un noto fumettista. Sue sono le vignette satiriche della rivista Marc’Aurelio, la più importante all’epoca in Italia. Correva l’anno 1939.
TV sì o TV no?
Nel suo ruolo di regista di spot pubblicitari non perdeva occasione per criticare la TV commerciale, “Infame e criminale“. C’è chi giura però che non si perdeva una puntata di Drive In di Antonio Ricci…
I film non realizzati
Sono numerose le pellicole mai portate a termine da Federico Fellini. Tra queste, Il Viaggio di Mastorna, una collaborazione con Dino Buzzati e con Paolo Villaggio nel cast. Ripresa e abbondata più di una volta, tra i tanti motivi c’è anche una previsione del sensitivo Rol, di cui sopra, che pare avergli annunciato che se avrebbe concluso il film in questione sarebbe morto…
Le onorificenze
Due, in particolare. Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 1987 e Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 1964.
Dedicato a Fellini
Tra le citazioni più curiose, due musicali. Antonello Venditti ha scritto la canzone Fellini contenuta in Sotto la pioggia del 1982. Felliniano e pieno di riferimenti alla sua opera è invece il video dei R.E.M. Everybody hurts del 1992. Altro riferimento cinematografico di quel video è Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders.
Diamo la pubblicità, pubblicità (come diceva una volta Maria de Filippi ma non c’entra niente)
Regista non solo di film. Tra gli spot passati in televisione, hanno la firma di Federico Fellini: Oh, che bel paesaggio, per Bitter Campari (1984). Rigatoni Alta Società, l’anno seguente, per Barilla e Il sogno, con Paolo Villaggio e Anna Falchi per Banca di Roma, nel 1992.
Tutte le strade portano a Fellini
Dopo la morte di Federico Fellini tutte le strade che sboccano sul lungomare di Rimini hanno cambiato il loro nome e sono state ribattezzate con i nomi dei suoi film.
La critica e Federico Fellini
Un caso è quello che riguarda Giulietta degli spiriti. Appena uscito venne stroncato dalla critica che nei confronti del regista non fu affatto benevola. “Una scialba parodia di Otto e mezzo“, oppure ancora “Un film dominato dalla insopportabile pazienza negativa della Masina, un pasticcio colorato alle salse più scontate”, “Di una banalità e mediocrità sconfortanti”. Oggi è un capolavoro che ha collezionato due nomination agli Oscar, un Golden Globe, un David e un Nastro d’Argento alla Masina, altri tre Nastri d’Argento e così via. Fortuna che all’epoca ancora non c’erano i Social.