Da ormai una decade è una delle voci più interessanti del visual activism e tra i più celebri artisti contemporanei al mondo. E’ Zanele Muholi, sudafricana, ma più che un’artista ama definirsi attivista ed ora è in mostra a Milano. Ambassador di spicco della comunità LGBTQIA+, la sua arte indaga temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali, ed è in continua trasformazione.
I suoi mezzi espressivi sono la scultura, la pittura, l’immagine in movimento, ma è con la fotografia, e in particolare con la serie di autoritratti – iniziata nel 2012 e ancora in corso – “Somnyama Ngonyama” (Ave, leonessa nera), che Muholi riceve il plauso planetario in un crescendo di mostre nei più prestigiosi musei del mondo: dalla Tate modern di Londra a mostre personali al Goethe-Institut Johannesburg (2012), al Brooklyn museum, New York (2015) allo Stedelijk museum, Amsterdam (2017), al Museo de Arte moderno in Buenos Aires (2018), solo per citarne alcuni.
“Muholi. A visual activist” è il progetto attraverso cui il Museo delle Culture di Milano (Mudec) porta in Italia una selezione – curata da Biba Giacchetti e dall’artista – di oltre 60 immagini che spaziano dai primissimi autoritratti ai più recenti lavori.
La mostra, che apre al pubblico venerdì 31 marzo 2023, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore in collaborazione con Sudest57, e vede come partner istituzionale Fondazione Deloitte.
Di Antonello Leo
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