Va’ sentiero, Da nord a sud, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna. Un gruppo di 7 giovani esploratori ha percorso le Terre Alte d’Italia alla scoperta della bellezza e dell’autenticità dei luoghi, delle persone e delle tradizioni che vivono le nostre montagne. Un viaggio emozionante fatto di paesaggi e di storie umane che verrà presentato in Triennale Milano sino al 7 aprile grazie alla mostra “Va’ Sentiero | Uno sguardo lungo 8.000 km”, organizzata dall’Associazione Va’ Sentiero con il contributo di Fondazione Cariplo.
Le 100 opere esposte compongono un racconto per immagini che documenta l’incredibile avventura intrapresa dai ragazzi di Va’ Sentiero lungo il Sentiero Italia, il trekking più lungo del mondo, che cavalca l’intera dorsale montuosa del Paese. Le fotografie e i video raccolti durante il cammino si intrecciano alle parole e mostrano una parte d’Italia che spesso rimane sullo sfondo delle vite frenetiche in città, costruendo una narrazione che tiene conto della diversità ambientale e della ricchezza culturale dei luoghi che ci circondano. C’è il paesaggio, dunque, con i suoi mutamenti di forma e colore, ma soprattutto ci sono le persone, i volti e le storie di chi in quei territori montani è nato, oppure di chi vi è tornato dopo anni di vita altrove, e ancora, quelli di giovani che intravedono nelle Aree Interne la possibilità di concepire un’umanità che interagisce con la natura, contribuendo a un arricchimento culturale e a un riassetto degli equilibri degli
La mostra si sviluppa in due sezioni. La prima è un viaggio per immagini delle Terre Alte che si snoda attraverso diverse tematiche: dalla natura e la biodiversità, all’antropizzazione, l’impatto umano sui paesaggi e il conseguente abbandono fisico e culturale in cui versano alcune zone, per finire con le identità culturali delle comunità montane attraverso cui emerge un’idea di montagna intesa come cerniera di congiunzione e non barriera di separazione.
Come una sorta di fil rouge che percorre questo racconto, la componente umana si esprime attraverso i ritratti di alcune delle persone conosciute durante la spedizione, accompagnando il visitatore lungo tutto lo sviluppo della prima sezione e restituendo così il senso fondamentale del progetto: raccontare le storie personali di coloro che, per nascita o per scelta, vivono la montagna come custodi e interpreti di quel paesaggio.
Di Annachiara De Rubeis
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