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Luglio

Tessile biologico

Un mercato ancora di nicchia, ma il cui boom è sempre più vicino, tanto che il settore punta al raddoppio nel giro di un anno. E’ la fotografia del tessile biologico, un business attraente anche per il mercato italiano. Nel 2007 il mercato mondiale ha raggiunto un volume d’affari di 2,7 miliardi di dollari e per il 2008 si prevede di raggiungere i 4,5 miliardi di Euro.

IL TESSILE BIO NEL MONDO – Nel mondo, il tessile biologico conta oltre 200 imprese e circa 800 retailers. Anche in Italia è un’occasione di sviluppo non solo per il pret-a-porter o per gli stilisti emergenti, che sempre più disegnano collezioni interamente bio, ma anche per le grandi maison della moda italiana. Le opportunità di business ci sono, ma il bio rappresenta anche un segno distintivo dell’alta qualità dei prodotti. Data poi l’attenzione crescente dei consumatori, che sempre più spesso scelgono un abbigliamento naturale e fabbricato con rispetto dei diritti umani. Nella filiera del biologico il sistema di produzione è infatti sostenibile.

UNA NECESSITA’ ECONOMICA – Una scelta all’avanguardia con le tendenze del mercato, ma anche una necessità per sopravvivere all’imminente fine dell’era del petrolio a basso prezzo. Sono questi i motivi che spingono il mondo alla conversione al tessile biologico. Alcuni casi chiave del potere distruttivo della produzione tessile di tipo – classico – industriale: quello di Bophal, dove una fuga di insetticidi per il cotone ha provocato la morte di più di 3 mila Indiani, e quello del Cotone Bt, un marchio registrato che però intossica gli agricoltori tanto che questi arrivano a suicidarsi. La conclusione tocca direttamente il consumatore, che può scegliere cosa indossare e, attraverso questo, influenzare il mercato.

QUALITA’ E SALUTE – Il passaggio al tessile bio potrebbe segnare la fine delle fibre sintetiche e dell’agricoltura produttivista. Infatti, secondo molti esperti del settore, i concimi chimici sono petrolio così come i pesticidi. Insomma, se non si passa al sostenibile si potrebbe non essere in grado di ottenere in futuro i prodotti che si hanno a disposizione ora. Produrre biologico è sostenibile anche dal punto di vista economico, come testimonia proprio il caso del paese africano: qui, dopo l’abbandono di una produzione di cotone non più redditizia, gli agricoltori stanno riscoprendo il biologico che costa meno e rende di più. Chissà come reagiranno e come si comporteranno i nomi noti della moda a livello italiano e mondiale?

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