Al PAC non si può che stare Sulla soglia: è il titolo della mostra fotografica dell'artista Silvio Wolf, milanese di nascita ma di fama internazionale. L'autore è stato ospite di musei e gallerie in Europa, Corea, Stati Uniti e Canada. Nello spazio di Via Palestro, presenta installazioni, videoproiezioni e opere fotografiche.
LA SOGLIA – La soglia è il passaggio tra due dimensioni: il momento dello scatto e il destino delle realizzazioni. Per questo ogni immagine esposta è ambigua: si passa da un ambiente all'altro, da una vita all'altra. La stessa fotografia di Wolf non è vera e propria pellicola, ma immagine immateriale, “architettura di luce“. Proprio la luce è il fulcro della brillante carriera dell'artista, che al PAC espone alcune delle sue opere più importanti, realizzate dal 1980 al 2011.
DA BIANCO A NERO – La percezione più forte che si prova ammirando i lavori in mostra, è la progressiva sottrazione di bianco, fino ad arrivare agli specchi completamente bui realizzati dall'artista nel 2009. Fondamentale è anche l'utilizzo di effetti sonori, che coinvolgono lo spettatore a livello sensoriale e intellettuale. Il primo piano del PAC è costellato da una serie di fotografie nere, ma riflettenti. Voci lievi e impersonali pronunciano nomi femminili e maschili, per coinvolgere anche a livello acustico lo spettatore, parte integrante delle ultime opere di Wolf. La superficie nera quindi non è più solo assenza di luce, ma inizio del processo di restituzione della luce stessa. Non esiste quindi un'opera totalmente negativa o pessimista. Di fronte a una soglia, serve solo il coraggio di attraversarla e scoprire cosa si nasconda oltre.