Lo Stadio di San Siro è ordinato, una platea al centro, un palco enorme che si protende con due braccia verso le estremità del campo, una passerella illuminata da tante piccole lampadine, utilizzata nel bis. Arredamento ricco, quattro schermi ovali circondati da una cornice elaborata, quattro lampadari ancien régime di vetro, due mani enormi che fanno le corna: Zucchero è raffinato e sanguigno al tempo stesso, così come la sua scenografia.
PASSIONE – Il concerto comincia con un urlo, forte e orgoglioso: “Perché il blues non morirà mai!”, e attacca Iruben me, del lontano 1989. Zucchero è seduto su un trono, il re del blues è tra voi, suona la chitarra e canta solo per voi, il pubblico non resiste al richiamo, a metà di Tutti i colori della mia vita un gruppo di persone si alza e corre verso il palco, presto altri li imitano. Chi ha pensato che il suo pubblico, persone dagli 8 ai 60 anni, potesse starsene seduto tranquillo? Chi va ad un concerto di Sugar Fornaciari vuole divertirsi e ballare, ecco che mette in fila una tripletta che scatena la platea ormai diventata invisibile, Bacco Perbacco, Un kilo, Amen.
EMOZIONE – E’ un continuo alternarsi di lenti, che non lo sono mai fino in fondo, e ritmi forsennati, che mantengono sempre una dose di poesia, riscopriamo grandi classici come Rispetto, Overdose, Con le mani. Sorprese che non ti aspetti, una Miss Mary da brividi e Indaco dagli occhi del cielo. Lo stadio si illumina di stelline, accendini e flash, gli schermi alternano immagini dal vivo e vecchi video del bluesman. Per colpa di chi fa tremare, letteralmente, lo stadio, un agitarsi di mani e gambe, un coro a squarciagola.
RICORDO – Tutti aspettavano con curiosità Il momento, Zucchero voleva fare un omaggio al suo grande amico Luciano Pavarotti, lo annuncia, parte la voce registrata del tenore, sugli schermi le immagini fraterne dei due. Misere è un duetto con l’eterno, una voce meravigliosa incisa sul nastro perché, per quanto bravi, non ci saranno mai degli eredi all’altezza di Big Luciano. Una standing ovation coinvolge tutti, applausi a scena aperta, un coro che urla il suo nome e Zucchero, commosso, lo ringrazia.
ZU & CO. – Zucchero non delude mai, nemmeno quando deve scegliere chi portare sul palco per aprire uno dei suoi concerti. Questa volta è toccato ai Neri per caso, tornati sulle scene in grande stile, subito dopo la rivelazione della musica classica contemporanea, Giovanni Allevi, e infine Gianluca Grignani più grintoso che mai.
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