Ma le cantanti storiche sono tutte dello stesso colore?
Bessie Smith (1894-1937) era molto nera e cantava con blues feel. Come i chitarristi di blues usava legare le note con il cosiddetto effetto bending o slide.
Billie Holiday (1915-1959), la regina dell’era dello swing, era nera.
Ella Fitzgerald (1917-1996), la regina del bebop e la prima capace di improvvisare con la voce come se si trattasse di uno strumento a fiato, era pure nera. Una cantante può essere di qualsiasi colore, ma le grandissime vocalist, sono nere.
Lo spettacolo di questa sera è dedicato alle tre cantanti appena citate e attraversa quasi 100 anni di storia e molti stili musicali: blues, swing, bebop, R&B. Arrivano tutte insieme, le ladies. Vestite in varie sfumature di rosso. Ognuna con un cappello diverso. Molto pittoresche. Si presentano e parlano. Il Blue Note, strapieno, finge di capire tutto e inizia a battere le mani fin dal primo brano. Un medley di Ellington eseguito in trio. Poi cantano una canzone a testa. Inizia Joan accompagnata dal trio, che non invade. Poi tocca a Cynthia che racconta che le band dell’Apollo Theatre lasciavano sempre salire sul palco una cantante. Le lasciavano spazio per 12 misure. Cosi accadde a Dinah Washington di cantare con Lionel Hampton. Infine è il turno di Joanne che propone St. Louis blues. Una ragazza alle mie spalle emette urla al momento giusto. Dice “all right now” al momento giusto. Batte le mani al momento giusto. Mi volto. E’ di colore nero. Anche sul palco sono tutti neri a parte il pianista.
Più che un concerto sembra un musical. Off Broadway. Poco fumo e tanto talento. Il quinto brano lo cantano tutte insieme. Riconosco “Don’t get around much anymore” di Ellington che poi scompare in un medley. Bellissimo arrangiamento. Solo i migliori Manhattan Transfer avrebbero potuto pensare ed eseguire una cosa del genere.
Alle 22, dopo 50 minuti e 6 brani, se ne vanno. Il pubblico ovviamente non ci sta. L’ultimo brano, richiesto da 5 minuti di applausi da parte del pubblico, è introdotto da Cynthia Utterbach. Cynthia racconta che questo pezzo le fu regalato un imprecisato numero di anni fa per il suo compleanno, da un amico musicista che non poteva permettersi altro che questo arrangiamento pensato e studiato per lei. La vita le ha riservato momenti belli e momenti difficili e adesso è venuto per lei il momento di dividere questo regalo con le sue sorelle.
Voci trattenute, ma così potenti che si potrebbe spegnere l’impianto.
Giudizio finale: da non perdere.
Comments are closed.