Un sound caldo. Blues acido che incontra sfumature southern rock e stoner. Il 3 novembre i Pontiak al Circolo Magnolia portano una musica che ricorda il vento che spazza le praterie degli Stati centrali degli Usa. Le barbe lunghe si notano subito anche nella folta nebbia causata dall’eccessivo fumo scenico. Senza fare presentazioni i tre componenti della band, fratelli che vivono e lavorano in una fattoria della Virginia, attaccano con Young. Il brano di apertura del loro quinto e ultimo album Living (Thrill Jockey) si insinua con il ritmo ipnotico degli strumenti e delle tre voci, stratificate e impellenti.
Seguono perlopiù brani strumentali in cui la band mostra una notevole sicurezza musicale. I faretti illuminano le sagome dei tre protagonisti, mostrando di quando in quando i loro volti. Un lato del viso trasfigurato dall’assolo. La batteria lucente e precisa. La testa del basso Fender che si protende verso l’alto. Niente di miracoloso dal punto di vista musicale ma l’incanto di sentire sulla pelle una band ben affiatata esplorare i sound più oscuri dell’americana, commistione di folk, country e rock, lascia il segno. Un sound semplice e diretto come l’urgenza di batterne il tempo con la testa.