Ciuffo perfetto, giubbotto di pelle e quell’accento partenopeo che forse lo rende ancora più rock. È Stash che, con i The Kolors, rappresenta una pennellata alternativa, rock e fresca di questo Sanremo 2018. Il loro singolo è dedicato alla protagonista di una delle mostre in scena a Milano, adesso, Frida. Ed è a Milano, la nostra città, che Stash è molto legato.
Frida come Frida Kahlo?
Stash: “Certo, la nostra canzone è un riferimento all’amore, alla base di tutto quello che vogliamo fare. Cantiamo un rapporto d’amore contemporaneo, con regole diverse rispetto a quelle di un tempo, ma ci siamo accorti che è molto simile alla vita di Frida: la donna ha più forza di superare i problemi, ha più capacità di fregarsene o di lottare. Quale esempio migliore per raccontare la positività interiore, se non Frida, anche quando la vita ti regala una disperazione: la pittrice, in un momento disastroso, ferma a letto, si è fatta montare uno specchio e ha continuato a dipingere”.
Stash, voi siete nati a Le Scimmie, storico locale di Milano, oggi chiuso, purtroppo.
“Via Ascanio Sforza! Abito lì vicino e quando ho saputo della chiusura di quel locale ho provato una profonda tristezza. Era il covo dell’underground milanese, è lì che abbiamo conosciuto Elio, Morgan, Le Vibrazioni. Oggi, a Milano, non esistono più luoghi in cui fare musica da live club”.
Che intendi?
“A Milano ci sono un sacco di posti per concerti, che possono accogliere tanta gente, che garantiscono tanta affluenza. Non ci sono più, invece, luoghi più intimi, club per soli tre spettatori: sono locali così il vero motore della musica, quelli da cui nasce tutto”.
Ora canti in italiano, ma sei maledettamente internazionale, nel timbro, nelle scelte musicali, nel look.
“Elisa mi ha aiutato a lavorare il timbro. Poi è arrivato J Ax che mi ha proposto un featuring in italiano, uscito come singolo. Da lì ho capito di non avere difficoltà nel cantare in italiano. E poi ora siamo a Sanremo, è il nostro primo Festival, stiamo scrivendo la storia della nostra musica”.
Con voi sul palco, per la serata dei duetti, Tullio De Piscopo. Azzeccatissimo, no?
“Beh, Tullio è un maestro di musica e di vita, è il nostro papà artistico, con lui ci divertiamo molto. Siamo molto legati a lui. E poi siamo legati anche a Andy dei Bluvertigo, è la prima persona che ha scommesso su di noi, ci ha sentiti suonare proprio a Le Scimmie”.
Chi vince il Festival finisce di diritto all’Eurovision Song Contest. Chi meglio di voi?
“C’è già la versione inglese del brano, ti dico solo questo. Sarebbe una figata assurda, se dobbiamo sognare, allora sogniamo in grande!”.
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