Tanto atteso, il bel giovane del pop-rock britannico si è rivelato una piacevole sorpresa dal vivo per tre validi motivi: pubblico, atmosfera e artista.
Già venuto a Milano altre due volte in esibizioni più intime, il live al Rolling Stone ha creato una morbida e serena empatia fra pubblico e artista. Nutini fa il suo, senza pose o divismi, ma con una sorprendente naturalezza. Passa da ballate intimiste a brani pop molto “catchy”. A fare da padrona è la sua voce, calda e melancolica. La sua musica sarebbe perfetta come colonna sonora dei momenti sentimentali di telefilm come Grey’s Anathomy. Il pubblico canta, applaude, si appassiona. Verso la fine una ragazza getta il reggiseno sul palco ma sceglie il momento sbagliato tra un cambio di luce e l’altro. Il reggiseno finisce sotto un monitor senza che l’artista se ne possa accorgere. E da quel frivolo momento si capisce che non era a un concerto folk pop, ma che Paolo Nutini è rock e che il futuro può essere suo, se giocherà bene le sue carte.