Dieci anni senza Enzo Jannacci. Lo scorso 29 marzo è ricorso il decimo anniversario della scomparsa di uno dei più grandi artisti italiani.
All’anagrafe Vincenzo, classe 1935, non è stato solo un cantautore, ma anche un medico, cabarettista, pianista, attore e sceneggiatore tra i più grandi protagonisti della scena italiana del dopoguerra.
Il vuoto che ha lasciato nel panorama artistico è incolmabile e nei giorni scorsi sono stati numerosi i tributi e gli omaggio a Jannacci.
Come quello che ha voluto fare l’amico Renato Pozzetto con una commovente lettera pubblicata dal Corriere della Sera: “Ciao Enzo, come va? Sicuramente dove sei tu va tutto bene. Qui sulla Terra solito casino… Quaggiù s’invecchia e la salute è un problema. Tra poco ci rincontreremo, e io sarò felice di stare con te. E tutto sarà come una volta, anzi meglio. Lì c’è tutto e si può fare tutto e bene, proprio come facevi tu. Mi manchi tanto. Mi manca sentirti cantare, quando mi facevi ascoltare le tue novità. O quando ci confidavamo speranze, desideri e quelle cose che pensano tutti ma che non si possono dire. Quando io arriverò dove sei tu, se Lui me lo permetterà (io ci spero perché non è che abbia fatto tante cazzate), fatti trovare con il pianoforte e la chitarra. So che lì ci sono strumenti della Madonna. E io vorrei cantare, sai? Qui, con tutto quello che succede, mi mancano voglia e occasioni. Già so che faresti un’altra bella canzone, di quelle che fanno piangere come una fontana, anche perché quaggiù, adesso, manca pure l’acqua e un po’ di umidità farebbe bene. Ciao Enzo, un abbraccio forte, e un bacino. Ci vediamo presto. Saluti. Renato”.
Di Antonello Leo
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