Dal 27 Agosto al 6 Settembre avrà luogo la 65ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
A presiedere la giuria Wim Wenders, difficile, ma acclamato cineasta contemporaneo, produttore di tutti i suoi film, sceneggiatore, montatore, autore e fotografo. Personalità complessa e teorico di cinema prezioso, sua è infatti un’attenta riflessione filosofica sull’etica delle immagini. In tutti i suoi film insegue la ricerca della visualità, che finisce per prevalere sulla trama, e la lentezza contemplativa che si fa beffa dell’azione.
Il viaggio e il Rock’N’Roll
I punti cardine della sua corposa cinematografia (sono circa 40 i titoli tra corti, lungometraggi e co-regie) sono il tema del viaggio e la musica. Per Wim Wenders il viaggio è inteso come continuo spostamento, persistente guardare e ri-guardare la realtà in divenire, assimilandone gli stimoli e ricreando percorsi mentali e visivi mai uguali a se stessi. Ricordiamo la trilogia della strada (Alice nella città, Falso movimento e Nel corso del tempo) con la quale raggiunge il grande pubblico.
La musica è l’altro amore a prima vista del cinema di Wenders, oltre alla fotografia). La musica, in particolare il genere rock, è tessuto culturale ed ispiratore che fa da protagonista nei suoi film, un po’ alla Sergio Leone. Tuttavia il mito cinematografico del cineasta tedesco è un altro regista italiano, contemplativo e complesso quanto lui: Michelangelo Antonioni. Con lui diresse Al di là delle nuvole nel 1995 coronando uno dei suoi sogni più grandi.
Una nuova dimora: gli States
Già a partire da Lampi sull’acqua (1980), l’emozionante biopic sul regista Nicholas Ray (Gioventù bruciata) morto durante le riprese, Wenders è acclamato come uno dei maggiori filmakers d’Europa. Con Paris, Texas ottiene la Palma d’Oro a Cannes nel 1984. Nel 1987 di nuovo per il poetico e surrealista Il cielo sopra Berlino (il suo sequel, Così lontano così vicino, fu premiato con il Gran Prix Speciale della giuria).
Dopo Lo stato delle cose, altro film-tributo al cinema per festeggiarne il centenario, è Lisbon Story (1995), girato con una macchina da presa degli anni venti, montato poi in elettronica e realizzato personalmente da Wim Wenders e dalla moglie Donata. Il passaggio alla lingua inglese e ai set americani – fino ad allora aveva sempre prediletto il tedesco ed i professionisti della sua terra – avviene a partire da Crimini invisibili. Quindi è la volta di Buena Vista Social Club, documentario sulla musica cubana; The Million Dollar Hotel, giallo con Milla Jovovich e Mel Gibson che ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino. L’amaro La terra dell’abbondanza, girato a Los Angeles (nuova casa di Wenders) e Non bussare alla mia porta (2005), tributo alla tradizione americana e ai film western. Aspettiamo di vedere il suo ultimo The Palermo Shooting.