Forte era l’attesa per il nuovo film di Nanni Moretti, Il Caimano (Italia 2006,***), a 5 anni di distanza dall’ultimo suo capolavoro, “La Stanza del Figlio” (3 David di Donatello e Palma d’Oro a Cannes). Il compito non era facile, questo nuovo lavoro doveva essere alla sua altezza e a quella degli altri suoi film… Ma il maestro c’è riuscito di nuovo.
Si è parlato tanto della tematica politica della pellicola, una critica spietata nei confronti di Berlusconi, “il caimano” appunto, cioè un alligatore particolarmente feroce. La critica alla situazione politica attuale, in effetti, giustifica buona parte della trama (comunque la politica ha questo ruolo in tutti i film di Moretti), ma non è tutto. Anzi, oserei dire che mi è sembrata addirittura in secondo piano rispetto alla ben più ampia tematica: una considerazione forte e negativa sulle pessime condizioni in cui versa il nostro (ex) Belpaese.
Chi si accolla il “peso” di questa responsabilità interpretativa è il bravissimo Silvio Orlando, che crea un personaggio splendido nelle sue mille sfaccettature, e noi spettatori passiamo dal riso al pianto senza nessuna logica. Altrettanto entusiasmante l’interpretazione di Margherita Buy. I due, dopo diversi anni di matrimonio e due figli, decidono di separarsi (è lei, in realtà, a volerlo). La famiglia come nucleo ferreo di valori e di certezze non esiste più: l’unione tra la sceneggiatrice e regista de “Il Caimano” (Jasmine Trinca), e la sua compagna, che hanno avuto una bambina in Olanda (chi delle due si sia fatta inseminare non emerge e non è importante), è una prova lampante del contrario, che l’unica regola è la libertà dalle regole, e che il concetto antico di famiglia come ambiente rigoroso e protettivo non esiste più. Orlando è stordito dalla scelta sessuale di Teresa; nessuno poi sembra credere più alle sue produzioni, è sull’orlo del tracollo finanziario. L’unica occasione per il suo riscatto è fare questo film. Dopo aver cercato attori in lungo e in largo, tra questi Michele Placido, strepitoso nel rendere ambiguo e viscido il suo personaggio, la scelta del protagonista ricade proprio su Nanni Moretti. Il rovesciamento è strepitoso: Moretti usa il cinismo e la prepotenza che hanno sempre caratterizzato i suoi personaggi nel personaggio a lui più odioso: Berlusconi.
Il finale del caimano è aperto, induce alla riflessione. Moretti strizza l’occhio ai suoi compagni politici comunicando con una tecnica feroce, ironica e spiazzante, che c’è ancora un lungo lavoro da fare. Il sogno è ancora lontano… Nel frattempo, però, la nostra “Italietta” è realmente allo sbando.
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