Certe domande sono destinate a non conoscere risposta. Vale per gli interrogativi gravi come per quelli più frivoli. Ogni tanto le due categorie si incontrano anche sul grande schermo: perché è certo che là dove c'è un'immane catastrofe, arriverà il bisogno del racconto. È il caso di The Impossible, ispirato alla vera storia di una famiglia in vacanza in Thailandia durante il Natale 2004. L'anno del terribile tsunami che nella mattina di Santo Stefano spazzò via innumerevoli vite e le cui immagini agghiaccianti portiamo ancora negli occhi. Ad incarnare le vittime, i talentuosi Naomi Watts (con il ruolo di Maria ha guadagnato una nomination ai prossimi Oscar) e Ewan McGregor, accompagnati da tre figli maschi.
DIVISI DALL'ACQUA – Il regista, lo spagnolo Juan Antonio Bayona (The Orphanage), apre il lungometraggio sull'aereo che condurrà i cinque a Khao Lak: prima silenzioso e sicuro, poi in preda a turbolenze, infine liscio in atterraggio. Bayona ci mostra le reazioni dei personaggi, ora rilassati, tesi, intimoriti, di nuovo sicuri: cinque minuti scarsi per introdurre i temi della paura, degli affetti, dell'angoscia per la possibilità della loro perdita. È un antipasto per le due ore successive di film perché, come ci insegna la cronaca di quei giorni, a spezzare con violenza la pace di questa famiglia arriva l'Onda Assassina che divide genitori e figli, mariti e mogli. Non ci sono sconti per coniugi e prole: la pellicola li mostra in cerca del ricongiungimento gli uni degli altri, nella lotta per la sopravvivenza ma anche nel solidale rapporto con gli altri disperati. Il regista tiene il ritmo, bravo nel ricostruire la violenza del mare e nel tratteggiare i contorni dell'enorme tragedia umana di quei giorni, benché non in salvo dalle trappole tese da stereotipi e sentimentalismi.
IN EQUILIBRIO PRECARIO – Resta nel cuore il cameo di Geraldine Chaplin, che sotto il notturno cielo dà conforto a uno dei figli con una breve, elementare lezione sugli astri: “Le vedi quelle stelle? Alcune sono morte milioni di anni fa, ma sono così luminose che noi quaggiù possiamo vederle ancora“. “E come facciamo a sapere se sono morte?“, le chiede il bimbo. “Non lo sappiamo“. Più che astronomia, filosofia.
Al cinema dal 31 gennaio.