In 27 edizioni non aveva mai vinto nessun italiano prima di lui. A portarsi a casa questo onore (e i 25mila Euro previsti dal regolamento) è il giovane regista Pietro Marcello, grazie a La bocca del lupo, premio al miglior film del Torino Film Festival 2009.
IN BOCCA AL LUPO – Marcello viene da Caserta, dove è nato nel 1976 e al TFF ha portato in concorso la storia struggente tra due ex detenuti: Enzo e il transessuale Mary, che ha atteso l'uscita di prigione dell'uomo e non vuole altro che stargli vicino per il resto della vita. Sfondo di questo amore sono i carruggi di Genova, mentre la produzione de La Bocca del lupo è di Indigo Film, che aveva sostenuto anche la precedente opera di Marcello, il documentario Il passaggio della linea e che annovera tra i suoi lavori La ragazza del lago, film rivelazione a Venezia nel 2007, e i film di Paolo Sorrentino come Il Divo e L'amico di Famiglia.
GUARDANDO AL 2010 – “Sono felice perché ha vinto un bel film, non perché ha vinto un italiano“, così ha commentato Gianni Amelio, che sostituiva Nanni Moretti alla direzione del festival. In attesa di bilanci finali, la kermesse ha registrato una buona presenza di pubblico nelle sale in cui venivano proiettati i film in cartellone, ma al di là dei numeri, Amelio ha espresso la volontà di continuare sulla linea delle retrospettive di qualità anche per TFF 2010: “Continueremo a non fare retrospettive 'finte'” – ha detto – “ma omaggi ad autori che le nuove generazioni al di fuori del festival non avrebbero modo di conoscere“.
FUNERAL PARTY – Gli altri premi del TFF sono andati all'attrice Catalina Saavedra, protagonista del film La nana e, ex aequo, agli attori Robert Duvall, Bill Murray che hanno interpretato l'opera prima di Aaron Schneider Get Low: storia di un vecchio scorbutico che si mette in testa di dare il suo funeral party mentre è ancora in vita. A selezionare i vincitori, la giuria presieduta da Sandro Petraglia (sceneggiatore di Bianca, Le chiavi di casa, La meglio gioventù), con l'attrice Maya Sansa, i filmmaker Anna Biller, Rui Nogueira, e György Szomjas.