Chinatown è il nome attribuito in gergo giornalistico a un quartiere del Municipio 1 di Milano, che si estende sino al Municipio 8 per la grande concentrazione della comunità cinese e esercizi commerciali gestiti da cinesi. Viene chiamato anche quartiere Sarpi, in riferimento alla via e, prima della presenza cinese, anche come Borgo degli Ortolani, esattamente tra le vie Luigi Canonica e Paolo Sarpi, nelle vicinanze di Porta Volta.
Il Borgo degli Ortolani era un rione milanese tra Porta Tenaglia e Arco della Pace, proprio in corrispondenza con l’attuale Chinatown e il nome deriva dal fatto che era la sede di una grande comunità di ortolani. La presenza cinese a Milano ha avuto inizio intorno al 1920 con una massiccia immigrazione dalla regione dello Zhejiang, soprattutto dalla città di Wenzhou, dalla quale arriva circa il 90% dei cinesi residenti in Italia, che scelsero, per caratteristiche specifiche, un quartiere che favorisse i laboratori nei cortili delle case.
Tradizionalmente invece, anche se la cosa non è veritiera, il primo cinese insediatovisi è stato il pellettiere Wang Sang, detto “Romanino”, a Milano dal 1937, attivo a livello di mediazione culturale, citato anche dal poeta Sergio Gobbi. Le prime attività, localizzate principalmente attorno a via Canonica furono legate alla lavorazione della seta, per produrre cravatte, grazie alla vicinanza degli impianti industriali del comasco.
Poi, durante la seconda guerra mondiale si passò alla pelle, per fornire cinture militari ai contingenti italiani e tedeschi. Dalla fine degli anni Novanta la zona diventò un punto di riferimento per tutti i cittadini cinesi della Lombardia. Nacquero supermercati, farmacie, librerie capaci di soddisfare le richieste di prodotti cinesi, dal 2000, poi, le attività si ampliarono a ogni forma di esercizio commerciale, anche al dettaglio e negozi che offrivano servizi, come assistenza e riparazione per cellulari e computer, internet point, etc.
Parallelamente all’esplosione del commercio al dettaglio, dal 1999 si è assistito anche al massiccio incremento del commercio all’ingrosso, insediatosi progressivamente al posto dei dettaglianti italiani, espandendosi lungo via Paolo Sarpi e nelle strade adiacenti del quartiere Canonica-Sarpi-Bramante.
La massiccia presenza cinese, unita ai tipici ideogrammi per le strade, conferisce al quartiere una identità molto forte. All’interno di Chinatown si possono distinguere delle sotto-aree tipiche della zonizzazione presente nelle città cinesi.
In particolare, la parte lungo via Paolo Sarpi e via Antonio Rosmini è specializzata in negozi di tecnologia, in abbigliamento al dettaglio e nell’alimentare, lungo via Messina in parrucchieri e servizi per il corpo; quella lungo via Bramante in abbigliamento all’ingrosso. Per Expo 2015 è stato pure inaugurato un hotel cinese, nel cuore del quartiere, tra le vie Rosmini e Sarpi.
Particolarmente suggestiva è la ricorrenza del Capodanno Cinese, con una coppia di draghi che sfila per la via principale del quartiere (via Paolo Sarpi), addobbata per l’occasione.
Il corteo si snoda tra danze e rulli di tamburi e attira una folla di curiosi provenienti da ogni parte della città. Recentemente, inoltre, è stato promosso, sempre in piazza Gramsci, il China Film Festival, una rassegna all’aperto di film in cinese sottotitolari in italiano.
Nel quartiere si trovano alcuni tra i migliori ristoranti cinesi della città, che offrono soprattutto l’autentica cucina cinese dello Zhejiang.
Recentemente hanno cominciato a fare la loro comparsa anche ristoranti specializzati in cucina del Sichuan, Pechino e in hot pot, cucine molto diverse tra loro. In questi ultimi anni, anche per le recensioni delle più recenti guide turistiche, sta crescendo l’interesse turistico legato sia alla scoperta di una nuova forma di ristorazione cinese, sia alla possibilità di uno shopping più contenuto nei prezzi.
Il quartiere ospita inoltre le redazioni di numerosi giornali in lingua cinese, come Europe China News, distribuito in tutta Italia.
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