“Ma questo è proprio un cesso!”, verrebbe da dire di fronte a un bagno sporco e puzzolente, dove non si entrerebbe neppure sotto tortura. Succedeva un tempo (e purtroppo accade ancora), quando le toilette erano bugigattoli stretti e impervi con tanto di turca al seguito. Per fortuna ora le cose stanno cambiando e sempre più locali si stanno convertendo a un nuovo concept di servizio igienico. Anzitutto più pulito (altrimenti perché chiamarlo così se l’igiene non c’è?) e poi assolutamente confortevole. Insomma, uno spazio dove stare bene. Anche solo per il momento di lavarsi le mani, guardarsi allo specchio e fare pipì.
QUESTIONE DI DETTAGLI – Un ristorante o un locale può essere bello fin che si vuole, ma se difetta nel bagno, che bello è? Sarebbe come se mancasse un verso a una poesia, magari fatta di atmosfera e dettagli preziosi. Sarebbe come una nota stonata in una musica soave. Ecco perché la toilette deve essere un luogo ameno e rilassante, dove l’ospite si possa trattenere piacevolmente. A fare la differenza? Anche piccoli particolari come il sapone liquido agli oli essenziali (no alla saponetta che viene toccata da tutti!), l’asciugamanino di stoffa usa e getta (ma vanno bene anche le salviette in carta riposte in un bel cesto), un tavolinetto con qualche giornale, il profumatore per ambiente e, nei servizi femminili, magari anche un latte detergente e un’acqua di colonia. Così la miss arriva al tavolo avvolta dallo charme.
GRAZIE ALLA LEGGE – Una parte del merito dell’allargamento degli spazi fruibili nelle toilette va indubbiamente alla legge che disciplina gli spazi dei bagni per i disabili. Infatti, i decreti n. 384/78 e 236/89 delineano un chiaro protocollo: corridoi e passaggi larghi almeno un metro e mezzo; assenza di variazioni di livello, altrimenti superabili attraverso rampe; apertura della porta verso l’esterno e maniglia ad un’altezza di 90 centimeri; wc posto nella parte opposta all’accesso, con l’asse della tazza a una distanza minima di 140 centimetri dalla parete laterale a sinistra e di 40 centimetri da quella destra; lavandino ubicato preferibilmente nella parete opposta a quella a cui è fissata la tazza del wc, con il piano ad almeno 80 centimetri dal pavimento; tubazioni di carico e scarico messe sotto traccia per evitare inutili ingombri e rubinetteria con comando a leva. Senza dimenticare lo specchio, posto sopra il lavabo in una zona compresa tra i 90 e i 170 centimetri di altezza, i corrimani, rivestiti e verniciati in materiale plastico, e il campanello elettrico a cordone, in prossimità del wc. Per dare l’allarme in caso di malore. Poche e semplici regole che rendono più facile la vita a chi già facile non ce l’ha.
POKER D’ASSI – Il Noon, eclettica e variegata location in zona Cadorna, vanta ben quattro bagni al suo interno. Uno per ogni zona tematica. “Abbiamo voluto creare quattro toilette in perfetta sintonia con ciascuna delle differenti aree del locale“, dichiara l’architetto Luca Amendola dello Studionovantanove che, insieme allo studio di Attilio Ladina, ha curato la progettazione di questo posto indubbiamente di design. Dove i bagni, sebbene diversi fra loro, sono stati concepiti quasi come se fossero appendici di ogni ambiente. Sempre utilizzando materiali ricercati se non addirittura preziosi. Ecco allora che per il bar-ristorante a buffet il bagno è di colore rosso caldo, con pareti e porte in pelle rossa e pavimento e soffitto ricoperti da lamine d’argento resinate; ispirata a un dettaglio della Cappella Sistina michelangiolesca, invece, la toilette del ristorante à la carte, con pareti stampate in grisaille su tessuto di seta grezza di Liliana Longo (resinato da Deco Lab) e lavandino, soffitto e pavimento ricoperti da tasselli in vetroceramica nero; pareti decorate da un ramage di foglie di tabacco in rilievo rifinite in oro e superfici avvolgenti dall’effetto “cuoio consumato” per la toilette della smoking room; e bianco, puro bianco per il bagno del lounge bar, dove pelle e resine omaggiano la candida tonalità. “In tutti i locali che progettiamo diamo grande importanza al gusto estetico“, continua l’architetto Amendola. E si può notare sia al Living (servizi in mosaico color bronzo) e al Refeel (piastrelle di cuoio nell’antibagno e resina nel resto dello spazio). “Ma non credo sia stato il decreto per il servizi igienici sui disabili a cambiare le cose“, ama sottolineare Amendola, “piuttosto una maggiore ricercatezza nel pensare e creare lo spazio“. Sta di fatto che in certi casi sia un vero piacere “visitare” la toilette.
OASI DI BENESSERE – Può essere più o meno grande, più o meno originale, ma una cosa è certa: il bagno deve in armonia con la location, assecondandone stile e atmosfere. Succede anche a La Malmaison, ristorante liberamente ispirato alla casa prediletta da Napoleone Bonaparte: pochi tavoli ingentiliti da broccati e taffettà, tappezzerie floreali anni Trenta e Quaranta e specchiere e pannelli cinesi del Settecento. Un ristorante che mixa sapientemente Art Déco e stile Impero. E il bagno non poteva che essere in tema con statuette dorate, specchi e baluginati candele a ritmare luci e ombre. Sembra più una casa di bambola il bagno del Gigliomarino di Cernusco. Del resto, romantico il locale, romantica la toilette, con mensoline in ferro battuto, piccole piante grasse, quadretti e mobiletti in legno a coronare un ambiente decisamente confortevole.
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